Sentenze da ridere: toga, martello e fantasia

da L'Unione Sarda del 20.2.99

Roma La fantasia, si sa, in Italia non manca. E anche la giustizia non fa difetto. Le sentenze che prevedono risarcimenti a dir poco curiosi o fatti singolari, se non sono all'ordine del giorno rappresentano comunque uno spaccato, a volte divertente, a volte tragicomico o, semplicemente, patetico. 
Divertente: per evitare molestie al vicino un giudice ordinò a un'inquilina genovese di coprire di stoffa il coperchio del water e di non usare scarpe con tacchi movendosi in casa. A Pordenone, invece, l'errore materiale di un geometra che sbagliò le misurazioni per la costruzione di una villetta a Rauscedo di San Giorgio della Richinvelda dette l'avvio ad uno strascico giudiziario tra due cugini che un giudice volle risolvere con una sentenza curiosa: se la casa era troppo addossata a quella del vicino di un paio di metri, guadagnato allora abusivamente, si poteva sempre recuperare, tagliando una fetta della casa stessa. La vicenda si è poi risolta diversamente per intesa delle parti in causa. Tragicomico: Un dirigente d'azienda veneto, reo di un discorso antisemita, è stato condannato a legge ed esaminare in una relazione scritta 12 libri sugli ebrei per farsi perdonare. Del resto, è stato detto, l'antisemitismo affonda le sue radici nell'ignoranza dei fatti e della storia. 
A Perugia, poi, la giustizia si è occupata del caso di un vicino petomane accusato di ingiuria e moleste per aver «emesso in segno di spregio rutti udibili a distanza e con la parte posteriore del proprio corpo rivolto ai vicini flatulenze percepibili sia con l'udito che con l'olfatto». E poi dicono che la giustizia non funziona.