Verso
prove raccolte soltanto in dibattimento
da Il Sole 24 ore del 20.1.99
ROMA — Rinuncia all’«udienza predibattimentale» per tornare
all’«udienza preliminare». Ma non è solo sul nome il
dietro-front innestato da Pietro Carotti (Ppi), relatore del disegno di
legge sul rito monocratico in discussione alla Camera. L’esponente popolare
ha, infatti, proposto di spostare dall’udienza preliminare (o predibattimentale
secondo l’altra, meno gradita, formula) alla fase del dibattimento l’ammissione
delle prove e dei testimoni.
Ieri Carotti ha presentato il suo emendamento alla norma più
spinosa sul rito davanti al giudice unico che, all’esame dell’aula di Montecitorio,
rischia di naufragare tra i contrasti. Il comitato dei Nove sta dunque
mettendo a punto modifiche per raggiungere un compromesso con l’opposizione.
Anche la maggioranza, del resto, non è convinta delle novità
che dovranno essere approvate entro il 2 giugno prossimo, data fissata
per l’entrata in vigore del giudice unico. L’emendamento che tocca il punto
più critico del rito monocratico non è stato ancora discusso,
se ne parlerà la prossima settimana.
Intanto sul cammino della riforma ripiombano le perplessità
degli avvocati che annunciano nuove azioni di protesta mentre il deputato
di Alleanza nazionale Enzo Fragalà fa sapere che darà il
via a una raccolta di firme per un referendum abrogativo del giudice unico
(già Silvio Berlusconi aveva detto di caldeggiare una simile iniziativa).
La protesta dei penalisti, inoltre, investe anche altre norme di garanzia
per il processo penale, a partire dalla riformulazione dell’articolo 513
del Codice sulle dichiarazioni del coimputato. L’Unione della camere penali
ha ieri minacciato nuove azioni di protesta, dopo gli scioperi di novembre,
se il legislatore non provvederà a dettare al più presto
«regole particolarmente rigorose» per la valutazione delle
dichiarazioni di chi si sottrae al dibattimento. La giunta dell’Unione,
presieduta da Giuseppe Frigo, è riunita da ieri e sino al 30 gennaio,
in seduta permamente per valutare le inziative di Governo e Parlamento
sia sul «513» che sul giudice unico. I penalisti hanno sottolineato
che nonostante il fiorire di proposte «si continuano a fare processi
senza che nemmeno siano state introdotte regole rigorose per la valutazione
di coloro che si sottraggono al controesame al dibattimento». Gli
avvocati si augurano che tutto si risolva entro il mese altrimenti «si
dovrà tornare a considerare nuove azioni volte a sollecitare la
soluzione dei gravi problemi». Tra le iniziative sul tappeto c’è
anche quella che tende ad anticipare, davanti al Gip, il contraddittorio
sulle misure cautelari per evitare arresti che vengono revocati subito
dopo l’interrogatorio. La commissione Giustizia del Senato ha finito la
discussione generale e ha nominato un comitato ristretto che unifichi i
numerosi progetti di legge.
R.Mi.
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