Leoni (Ds): due gradi di giudizio contro le prescrizioni 

da Il Messaggero del 20.1.99

di MASSIMO MARTINELLI
ROMA - L’obbiettivo è davvero ambizioso: limitare i casi di prescrizione nelle aule di giustizia. Cioè tutte quelle sentenze di resa con le quali, ogni giorno, i tribunali d’Italia rimandano a casa gli imputati colpevoli, perché è passato troppo tempo dal giorno del reato.
Così, per non dover più alzare bandiera bianca, alcuni parlamentari dei Ds stanno preparando un disegno di legge che renderà esecutive le condanne confermate in primo e secondo grado, senza dunque aspettare la conferma definitiva della Corte di Cassazione. Il principio, in realtà, non è nuovo. Il presidente Scalfaro l’aveva già pensato nella scorsa primavera. Quando due diverse corti di giustizia confermano una condanna, la presunzione di innnocenza si trasforma in presunzione di colpevolezza, aveva detto più o meno il capo dello Stato. Dunque, il presunto colpevole potrebbe tranquillamente aspettare in carcere l’eventuale decisione della Corte di Cassazione.
Adesso, a mettere nero su bianco l’ipotesi giudiziaria sono i parlamentari dei Ds. «Ci stiamo lavorando un po’ tutti - annuncia Carlo Leoni, responsabile del settore Giustizia dei Ds - oltre al sottoscritto anche Mussi, Folena e altri tecnici. Una normativa del genere potrebbe dare un duro colpo alla pratica diffusa di arrivare alla prescrizione del reato. E sarà anche un passo avanti per garantire la famosa certezza della pena. Stiamo studiando il tipo di processi e il tipo di reati ai quali applicare questa legge, perché sappiamo che non si può fare una riforma generalizzata. In ogni caso, credo che saranno inseriti i reati più gravi, quelli che creano maggior allarme sociale. Però tutto è ancora in fase di studio, è un lavoro che ci impegnerà già dai prossimi giorni».
Ma come la prenderanno gli avvocati difensori, che finora hanno misurato le loro possibilità di vittoria su tre gradi di giudizio? Oreste Flamminii Minuto, per anni rappresentate dei penalisti romani e da sempre impegnato nelle battaglie più democratiche, è contrario: «Potrebbe andare bene se ci fosse un vero processo accusatorio, nel quale alla difesa è data un’ampia possibilità di azione e il giudice sia veramente terzo. Ma non si può togliere un grado di giudizio che rappresenta una garanzia perché non vi è la capacità dello Stato di amministrare la giustizia in tempi accettabili». Dello stesso avviso l’avvocato Giuseppe Valentino, senatore di An: «Con una certa puntualità queste proposte tornano d’attualità, anche per risolvere le emergenze della criminalità dilagante. Credo che problemi del genere andrebbero risolti con la prevenzione, potenziando le forze dell’ordine e non con proposte di legge che mi sembrano anticostituzionali. Invece, come conferma il recente trasferimento del capo del Ros, generale Mario Mori, appare chiaro che quelle forze politiche non si preoccupano affatto di fare una seria prevenzione del crimine».