Pochi
giudici, processi a rilento
da Il Messaggero del 20.1.99
di GIANNI TASSI
La speranza è che l’accorpamento delle Procure e l’arrivo del
giudice unico possa ridare ossigeno ad una giustizia sempre più
in apnea. Ma intanto a Viterbo lo svolgimento dei processi, e soprattutto
la conclusione dei dibattimenti, diventa sempre di più un evento
che fa notizia. Le sospensioni e i rinvii sono diventati la regola. Specialmente
in tribunale i giudici si contano sulle dita di una mano cosicchè
intoppi contingenti riescono spesso a rallentare, se non a bloccare, l’attività.
La situazione si fa drammatica nella sezione civile ormai ridotta alla
semi-paralisi. Non va meglio al penale dove la terna giudicante ordinaria
è composta da Gaetano Mautone, Rita Cialone (giovane nuova arrivata)
e da Mauro Fagioni, vice pretore aggiunto messo a sostituire Loredana Miccichè,
in maternità. Solo in casi eccezionali l’assenza di uno dei tre
viene coperta dal presidente del tribunale, Luigi Gennaro.
Alla procura circondariale le cose vanno meglio ma adesso la dipartita
del sostituto Franco Pacifici (applicato alla procura presso il tribunale)
potrà sicuramente creare rallentamenti, se non altro ai procedimenti
già incardinati e, comunque, provocare un appesantimento del lavoro
per i due magistrati di via Garbini (Cozzella e Scipio).
Giustizia a passo di lumaca? Ieri l’ennesima conferma. La sezione penale
del tribunale doveva discutere 9 processi ma l’assenza di Mauro Fagioni,
ammalato, è stata rattoppata con il pretore onorario (nonchè
ex segretario comunale a Viterbo) Angelo Calderone.
Una sostituzione ovviamente temporanea che ha costretto il presidente
Mautone a rinviare ad altra data tutti i procedimenti: inutile cominciare
un dibattimento quando si sa che alla prossima udienza la terna giudicante
cambierà di nuovo.
Un evento ormai troppo frequente a Viterbo che ha mandato su tutte
le furie imputati e testimoni di processi già più volte sospesi
e rinviati. L’ex sindaco di Graffignano, Renato Cunego, imputato di abuso
d’ufficio, stanco dei troppi rinvii ha minacciato, tra una battuta e l’altra,
di incatenarsi per protesta al portone del tribunale.
L’avvocato Enrico Mezzetti è preoccupato ma non fa distinzione
tra la situazione viterbese e quella del resto d’Italia. «Negli ultimi
anni - afferma - c’è stato un degrado a vista d’occhio. La giustizia
civile è praticamente al collasso. Meno grave il penale che riesce
a tirare avanti».
Giorgio Barili, presidente della Camera penale di Viterbo, guarda con
preoccupazione ai recenti spostamenti di magistrati che «sicuramente
creeranno problemi». Il riferimento è ovviamente alla procura
circondariale che si trova adesso con un uomo in meno.
Barili non è catastrofico e descrivendo la situazione viterbese
fa un paragone con altre parti d’Italia: «Noi abbiamo un occhio solo,
gli altri nemmeno quello».
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