La
Pretura chiude i battenti. Giustizia a rischio-paralisi
da Il Mattino del 20.1.99
PAOLO PICONE
Fino a qualche mese fa era solo una remota ipotesi, ora invece è
diventata una certezza. La Pretura di Pomigliano è destinata presto
a scomparire e ad essere assorbita dal Tribunale di Nola. Una decisione
che, come era ovvio da immaginare, ha scatenato un vero putiferio nella
cittadinanza. Immediatamente sono partite le raccolte di firme popolari,
gli appelli al Ministero di Grazia e
Giustizia e persino gli esposti inviati alla Procura della Repubblica
di Nola. Si preannunciano inoltre molteplici inziative popolari anti-chiusura
della sede locale della Pretura. Del trasloco forzato della Pretura di
Pomigliano si vocifera ormai già da almeno un anno, ma in pochi
avrebbero giurato che ciò sarebbe accaduto.
Anche perché resta davvero difficile pensare a ciò che
accadrà nei mesi che seguiranno la chiusura della Pretura di Pomigliano
ed il passaggio di tutte le cause civili e penali minori nel caotico ambiente
giudiziario del Tribunale di Nola. Sta di fatto che ufficialmente sulla
chiusura della Pretura non v’è alcun documento, ma nell’ambiente
giudiziario della provincia di Napoli e soprattutto a Pomigliano le indiscrezioni
iniziali hanno fatto spazio ad alcuni elementi di certezza. Persino le
forze dell’ordine che operano nella zona sono informate di ciò che
di qui a pochi mesi inevitabilmente dovrà accadere. Una vicenda
che rischia di far scoppiare una vera e propria bufera. «La presenza
della Pretura qui a Pomigliano - commentano alcuni cittadini - è
importantissima, perché sottrae al lavoro caotico ed enorme del
Tribunale di Nola, centinaia e centinaia di piccoli procedimenti civili
e penali che altrimenti resterebbero inevasi. Cosa accadrà alla
giustizia cosiddetta minore dalla chiusura della Pretura?».
È comunque certo che rischieranno di finire in una strada senza
ritorno tutti quei procedimenti giudiziari, sia civili che penali che tuttora
vengono mandati avanti dagli uffici della Pretura. Sta di fatto che sulla
decisione di chiudere la sede pretorile a Pomigliano non sembra ci sia
spazio a ripensamenti di alcun genere. Le decisioni sono già state
prese e la macchina burocratica già avviata.
Insomma vale a dire che le speranze che ciò non avvenga sono
davvero ridotte al lumicino.
Dal Municipio, intanto, dove non si nasconde una forte preoccupazione
in caso di chiusura della Pretura, il sindaco Caiazzo seccamente dichiara:
«Non siamo stati informati per il momento di alcuna chiusura della
Pretura - dice Caiazzo - non ci risulta nulla di ufficiale». Dunque
un fatto è certo: di ufficiale non c’è ancora niente. Ma,
come sicuramente anche gli amministratori avranno saputo, le voci sulla
chiusura della Pretura sono circostanziate e vengono da fonti certe ed
affidabili.
Da sottolineare che con il trasloco degli uffici della Pretura di Pomigliano
si aprirebbe anche un’altra questione, non meno intricata e difficile.
Infatti il Comune che è proprietario dell’edificio che ospita la
Pretura ne dovrebbe disporre un uso diverso. E su questa eventualità
già in città circolano voci fra le piú disparate.
In realtà per il momento le ipotesi piú vicine agli orientamenti
sono almeno due. La prima propenderebbe per l’assegnazione dell’edificio
agli uffici del giudice di pace. Il che però dovrebbe essere conciliato
anche con altre esigenze, visto che lo spazio richiesto dall’ufficio del
giudice di pace è ridotto. La seconda, invece, sarebbe indirizzata
verso un’iniziativa per certi versi forse anche auspicabile. E cioè
di consegnare l’edificio nelle mani della Guardia di Finanza che la trasformerebbe
in una vera e propria caserma, nella sede della compagnia di Pomigliano.
È infatti risaputo che da tempo le fiamme gialle cercano “casa”
a Pomigliano e che gli stessi amministratori comunali da tempo hanno manifestato
la volontà di realizzare sul territorio una struttura che ospiti
la guardia di finanza. Ma fino ad oggi le intenzioni sono rimaste tali.
Nei fatti non è stato realizzato ancora niente e, cosa ben piú
sconfortante, neanche programmato alcunché.
Dunque sia la prima che la seconda ipotesi restano puri principi teorici,
tutti ancora da affrontare e da valutare attentamente. Questo, ovviamente,
se fosse inevitabile la chiusura della Pretura.
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