Giustizia, 10.000 processi cancellati

da Il Messaggero del 20.6.99

di ITALO CARMIGNANI
PERUGIA - La giustizia scarica la zavorra dei processi minori e scopre la sua barca più pesante di prima. 
In viaggio verso i lidi del giudice unico, i magistrati perugini guardano senza enfasi ai provvedimenti del governo. Limitandosi ad un semplice «meglio di niente».
Con alle spalle trentacinquemila fascicoli, di cui 600 dedicati ai complicatissimi procedimenti contro i loro colleghi romani, restano convinti che il legislatore deve fare di più. Spingersi fino alla spiaggia della discrezionalità dell’azione penale. Una spiaggia, comunque, carica di altre insidie. 
Eppure nel mare dei reati non più penalmente rilevanti sono finiti l’emissione degli assegni a vuoto e la guida senza patente, due procedimenti che da soli segnavano le frustrazioni dei pretori e della polizia giudiziaria.
Stabilire l’identità e il domicilio di un pirata della strada, di solito un extracomunitario, oppure ritrovare il percorso di un assegno a vuoto, magari partendo dal furto del blocchetto, è come riscrivere ogni volta la storia dell’universomondo. 
«Ancora non basta spiega il procuratore capo Nicola Miriano ci sono anche altre competenze che devono essere tolte alla giustizia. In questi giorni due colleghi, due pubblici ministeri, sono impegnati a controllare le schede elettorali: è possibile che la giustizia penale debba occuparsi ancora di questo? Il punto d’arrivo dovrebbe essere un altro continua Miriano e l’esempio arriva dai tribunali dei minori dove il pm decide l’irrilevanza o meno dell’azione penale, ossia decide, almeno per i reati più piccoli, se ci sia o meno la necessità di aprire un fascicolo, di far spendere o meno soldi allo Stato». 
Un passo notevole quello auspicato da Miriano, anche sotto il profilo del potere giudiziario.
Una impegnativa svolta che dovrebbe cambiare molte cose.
Intanto, è invece utile sottolineare che l’Umbria segna il passo dei suoi cinquantamila fascicoli distribuiti per i vari tribunali di Terni, Perugia, Orvieto e Spoleto. 
E con il 20% di sconto, dovuto alle depenalizzazioni, si prepara a buttarne a mare almeno diecimila. Meglio di niente, appunto.
«Il provvedimento dà una buona boccata d’ossigeno alla giustizia in agonia sostiene Andrea Annibali, consigliere dell’Ordine degli avvocati ma la competenza si potrebbe estendere ancora di più ai reati di natura fiscale. Depenalizzare non significa chiudere un occhio sull’illecito continua Annibali ma semplicemente non costringere una macchina complessa come quella della Procura ad occuparsi di fascicoli e di casi che non le sono propri.
La discrezionalità dell’azione penale? E’ un discorso risponde l’avvocato complesso, in questo momento forse sarebbe un modo per spingersi troppo in avanti». Gli fa eco Stefano Bagianti, «sarebbe come nel calcio: andare all’attacco a testa bassa significa rischiare il fuorigioco». 
Ovviamente la depenalizzazione funziona anche con i fascicoli già in atto, con i procedimenti ancora aperti: ci sarà un’udienza nella quale il reato verrà dichiarato decaduto e così la pena. Vengono in mente anche i tanti processi relativi agli oltraggi a pubblico ufficiale. L’ultimo è quello di due guardie zoofile che hanno avviato un’azione penale solo perché un cittadino aveva risposto loro «non vi faccio fare le ferie...», ma non in tono minaccioso. 
Questo ed altro d’ora in poi non potrà essere più perseguito dalla legge, diventerà al massimo uno dei 40.000 fascicoli giacenti presso il Tribunale civile. Ma questa è già un’altra storia molto più complicata. Alla quale ancora il legislatore non ha messo mano.