Tribunale
penale internazionale.Conso: la Corte non è operativa
da L'Unione Sarda del 20.6.99 Palermo Il controllo di legalità è premessa per la difesa
dei diritti umani nel mondo, non può esserci pace senza giustizia:
è la tesi siviluppata da Giovanni Conso, che a Palermo è
intervenuto ad un convegno dell' associazione Giovani professionisti per
l' Europa su «La Corte penale internazionale: nuove garanzie per
i diritti umani». Conso, che è il presidente della Conferenza
diplomatica dell' Onu che un anno fa ha elaborato lo Statuto della nuova
Corte, ha osservato che la volontà politica dichiarata dai promotori
della conferenza ha subito «una frenata», solo tre piccoli
stati hanno sino ad oggi ratificato gli accordi di principio. Si tratta
di Senegal, Trinidad e Tobago, San Marino. La Corte è stata istituita
a Roma da 120 Stati dell'Onu, ma perché diventi operativa è
necessario che almeno sessanta di questi ratifichino lo Statuto. Obiettivo
della Corte è di creare un sistema di giustizia penale internazionale
efficiente, capace di giudicare i criminali di guerra e di porre fine all'impunità
per i peggiori crimini contro l'umanità. «La politica da sola
- ha aggiunto Conso - non può bastare. Anche i più illuminati
tendono a derogare dai grandi principi di civiltà giuridica in nome
della realpolitik mentre in tema di diritti umani non sono consentiti compromessi».
Finora la persecuzione dei crimini di guerra e della violazione dei diritti
umani è stata affidata a tribunali costituiti per aree e situazioni
specifiche. É il caso del tribunale per i crimini nell' ex Jugoslavia
che ha emesso un mandato di cattura contro Milosevic.
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