Il
procuratore Caselli: «Non è una critica ma un’aggressione
accusare di eversione il Pm che chiede una condanna»
da Il Messaggero del 20.6.98
MILANO - Micromega organizza un miniconvegno sulla giustizia in Europa
e la sala si riempie di giornalisti e telecamere. C’è il Sostituto
Procuratore Generale Edmondo Bruti Liberati, il Procuratore di Palermo
Giancarlo Caselli, il Pm della Dda Armando Spataro, il Pm di Mani Pulite
Gherardo Colombo e altri magistrati europei, inclusa il Procuratore Federale
svizzero Carla Dal Ponte.
E quindi ci si aspetta una reazione dopo settimane di roventi polemiche
scatenate dal Polo contro i magistrati milanesi sia per il processo All
Iberian che per l’ordinanza della Cassazione sul caso Craxi. E’ Bruti Liberati
il primo ad affrontare l’argomento: non nomina mai Berlusconi o il Polo,
ma i riferimenti sono assolutamente trasparenti. «E’ preoccupante
il fatto che una forza politica che non ha condiviso una decisione, peraltro
opinabile, di un giudice di Milano, abbia chiamato alla mobilitazione popolare.
Questa affermazione in altri Paesi avrebbe fatto ridere, qui viene quasi
considerata come una cosa ovvia. E’ anche preoccupante il linguaggio, che
mira a combattere l’indipendenza della magistratura».
Altrettanto esplicito Caselli: «Se un Pm, svolgendo il suo lavoro,
formula richieste di condanna e la reazione è quella di accusarlo
di eversione, allora non si tratta di critiche, comunque legittime, ma
di aggressione». E alle sue parole fanno eco quelle di Spataro, che
dice chiaramente «come cittadino e come magistrato questo è
un atteggiamento inammissibile». Ma nessuno, in realtà, alza
il tiro più di tanto, al punto che Colombo, pur sottolineando una
situazione di difficoltà alla vigilia delle riforme della Giustizia,
alla fine dice di sentirsi protetto dalla Costituzione, più che
dalla fallita Bicamerale. E assieme a D’Ambrosio garantisce: i processi
continueranno.
U. Cub.
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