Per gli avvocati meglio l'autoregolamentazione 

da L'Eco di Bergamo del 20.3.99

Gli avvocati si oppongono con decisione alla «legge piazza» che regolamenta gli scioperi. Una posizione emersa ieri con forza nella prima giornata del convegno su «La riforma della professione Forense» indetto dal Consiglio nazionale forense e organizzato dall'Ordine degli avvocati di Bergamo. 
«Questo disegno di legge - ha affermato Emilio Nicola Buccico, presidente del Consiglio nazionale forense - non ci piace, perché ci omologa e non tiene conto dei tratti distintivi della nostra professione. Non possiamo essere assimilati tout court ai lavoratori dipendenti né essere destinatari di precettazioni». Ma, secondo Buccico, c'è ancora una possibilità: «Il ministro Oliviero Diliberto - ha proseguito - si è schierato dalla nostra parte, e attende una proposta dell'Ordine». La legge, inoltre, deve ancora essere discussa in Parlamento. Lo sciopero per gli avvocati è anche uno strumento d'intervento politico, che permette alla categoria di esprimersi su questioni d'interesse generale. 
«La tutela dell'ordine degli avvocati - ha osservato Antonio Leonardi, presidente dell'Organismo unitario dell'Avvocatura - implica indirettamente quella del diritto alla difesa di tutti i cittadini. La specificità della professione va rispettata. Non possiamo accettare norme che diano al Governo il potere di interferire oltre certi limiti. È una battaglia insieme culturale e politica». 
Le proposta dell'ordine è quella di una rigorosa autoregolamentazione, fondata su un codice deontologico forte. 
«Non possiamo però fare conto - ha obiettato Maurizio De Tilla, presidente della Cassa Previdenza degli avvocati - su un ministro che accetta una scelta che non condivide personalmente. È un segno di debolezza». 
Un altro tema messo sul tappeto è stato quello della riforma della giustizia, e in particolare dell'inserimento del giudice unico, un provvedimento che gli avvocati non considerano con favore: «Non si tratta solo - Ha affermato Leonardi - di una riorganizzazione in senso efficientista. Cambia tutto per gli avvocati. Si modifica il "reticolo" giudiziario, anche in senso geografico». Accanto al giudice unico assumono un ruolo sempre più importante anche i magistrati onorari, figure ora molto implicate nell'amministrazione della Giustizia. È apparsa evidente l'urgenza di stabilire l'incompatibilità tra l'assunzione di questa funzione e la libera professione forense. Allo stesso modo l'esercizio dell'avvocatura part-time da parte di funzionari pubblici appare come una soluzione che mette a rischio la specializzazione e le competenze delle «toghe» e vanifica gli sforzi dedicati alla formazione. Sono questioni che invitano a concentrare l'attenzione sul problema dell'accesso alla professione: «Sono moltissimi - ha sottolineato Francesco Tagliarini, direttore del dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università degli Studi di Bergamo - i giovani che aspirano a esercitare la professione. Gli iscritti all'ordine sono circa centodiecimila e ogni anno migliaia sostengono l'esame di Stato. Non per tutti però è una scelta convinta. E questo per gli avvocati è un periodo di crisi». 
Hanno fatto gli onori di casa il sindaco, Guido Vicentini, il Presidente della Provincia Giovanni Cappelluzzo e il presidente dell'ordine degli avvocati di Bergamo, Ettore Tacchini. Erano presenti oltre trecento avvocati arrivati da tutta Italia. 

Sabrina Penteriani