Lo
difendo perché difende i più deboli
da Il Manifesto del 20.3.99
CARLO LEONI
S o bene che le proposte anti-crimine dei Ds e del governo sono oggetto
di alcune critiche, anche da sinistra. Con queste critiche vorrei interloquire
senza la pretesa di convincere le persone, competenti e autorevoli, che
le hanno avanzate.
Il primo argomento critico ci dice: ma come, avevate dichiarato il
vostro impegno verso il diritto penale minimo e ora, proprio voi, proponete
inasprimenti di pene? Voglio dire subito che non abbandoniamo affatto l'obiettivo
del diritto penale minimo e che questa occasione ci può consentire
di discutere apertamente su come si persegue quell'obiettivo. La strada
non può essere semplicemente quella della semplicistica sottrazione
ma quella, più impegnativa, di un aggiornamento di codici sulla
base della nuova percezione della società rispetto alla gravità
dei reati. Se non fosse così non ci spiegheremmo perché approviamo
la legge sulla depenalizzazione dei reati minori, dopo aver già
aggravato le pene per reati che oggi, più di ieri, vengono percepiti
in tutta la loro gravità: penso alla violenza sessuale, alla pedofilia,
alla prostituzione come riduzione in schiavitù, o per altro aspetto,
alla fabbricazione di mine antipersone.
La discussione, allora, non è più se aumentare la pena
oppure no ma se determinati reati sono meritevoli di questo incremento,
sulla base della percezione diffusa attorno alla loro gravità. Corrispondono,
oggi, a questi criteri i reati di scippo e di furto in appartamento? Io
credo di sì per due ragioni. Primo perché chi li subisce,
e sono ormai migliaia di persone, li percepisce come fatti gravi e violenti,
non come reati minori. Secondo, perché le vittime sono spessissimo
le persone più indifese, socialmente più deboli. E' importante
che il governo abbia previsto un'aggravante nel caso in cui la vittima
sia una persona anziana.
Che sinistra è mai quella che non dà ascolto alle figure
sociali più deboli, che non si preoccupa della loro esposizione
alla violenza, che fa finta di non sapere che invece i ricchi hanno già
i loro strumenti privati di protezione dalla criminalità? E' ora
che tutti insieme assumiamo una visione del garantismo a 360 gradi, che
comprenda anche i diritti di libertà delle persone più indifese
e più esposte ai soprusi della criminalità.
Ma, si dice, può bastare a garantire questa tutela il semplice
inasprimento di pene di reati i cui responsabili non si riesce quasi mai
ad individuare? Certo che non basta e infatti si rende necessaria una maggiore
efficienza nelle capacità investigative delle forze dell'ordine
sia attraverso più stringenti strumenti di coordinamento sia attraverso
il conferimento di una maggiore autonomia di indagine per la Polizia Giudiziaria
che, comunque, non comprometta le funzioni di magistrati e non si spinga
a misure pericolose come il fermo di polizia. Il governo si è occupato
anche di questa materia e lo ha fatto con estremo rigore.
Ben venga la discussione e anche la critica, dunque, ma nella consapevolezza
che non inseguire la destra sulla strada del razzismo e del "garantismo
dei potenti", non può significare lasciare senza alcuna risposta
le preoccupazioni e i timori che vengono proprio dalla parte socialmente
più debole della popolazione.
(*) Responsabile giustizia Ds
----------"LA REPUBBLICA"
GLI SPONSOR DELLA SICUREZZA
Sul "pacchetto sicurezza" la migliore è di "Repubblica". Impegnatissima
nel sostenere la campagna "allarme criminalità", ieri all'argomento
dedicava le prime 5 pagine. Quattro di articoli e commenti. La quinta di
pubblicità: "Da 20 anni G... garantisce sicurezza", ovvero porte
blindate per "anticipare le esigenze del mercato". Quasi uno scoop.
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