Polizia
giudiziaria più autonoma dai pm? Dai magistrati arriva un coro di
critiche
da Il Giornale di Sicilia del 20.3.99 ROMA. Più autonomia e iniziativa di indagine alla polizia giudiziaria?
Che sia un intervento utile lo affermano da tempo in molti (tra i più
autorevoli, il presidente della Camera Violante). Ed il 'pacchetto sicurezza'
varato, assicura il Governo, farà anche questo. Ma tra i 'tecnic',
cioè investigatori, magistrati, sindacati di polizia, ci sono molti
dubbi. È una 'prima,timida,breccia' dice qualcuno; 'aria fritta'
dicono altri; un tecnico prestato alla politica, Di Pietro,a chi chiede
un commento, risponde:'di pacchetti, provvedimenti, progetti e disegni
di legge ce ne sono tanti. Vedremo..'. Ed in effetti, proprio sul tema
del rapporto tra polizia giudiziaria e pm, in questi giorni Verdi ed Udr
hanno presentato in Parlamento nuovi ddl. Negli uffici legislativi ministeriali
si mormora persino un'ipotesi surreale: 'Hanno sbagliato articolo del codice
di procedura penale'. Confronti, critiche e applausi, comunque, non possono
andare più in là che tanto perchè un articolato (cioè
il testo esatto di modifica delle norme attuali) per ora non c'è.
Si dice che i ministeri competenti lo stiano 'limando'. L'associazione
dei dirigenti di polizia sottolinea in una nota che anche se sono aumentati
i tempi per riferire all'autorità giudiziaria le notizie di reato,
non è stato attribuito all'investigatore alcun potere da esercitare
il questo più ampio lasso di tempo. È 'perplesso' sul 'pacchetto
sicurezza' il neo procuratore generale di Milano, Francesco Saverio Borrelli,
il quale si augura che il Parlamento ridiscuta quelle norme. Borrelli dice
di condividere le opinioni del segretario di Md, Vittorio Borraccetti,
il quale tra l'altro, parla di 'spinte emotive' alla base del disegno di
legge sostenendo che le norme approvate 'non hanno alcuna efficacia pratica,
ma servono solo per tranquillizzare la gente'. Il Procuratore di Milano
fa un esempio: 'allo scippatore non importa se commette un reato contro
il patrimonio o contro la persona, bisogna evitare che ci sia lo scippo'.
Poi, per Borrelli, 'non è necessario inasprire le pene, perchè
sarebbe sufficiente ridefinire gli equilibri tra aggravanti ed attenuanti,
che quasi mai i giudici negano'. Ancora più critico Borrelli nei
confronti della proposta di consentire alla polizia di fare riservatamente,
senza riferire al PM, i primi tre mesi di indagini: 'nel codice - dichiara-
è già previsto che la polizia indaghi senza riferire al Pm
finchè questi non esamina il fascicolo. È anche vero che
la nuova norma prevederebbe la possibilità per il Procuratore della
Repubblica di chiedere informazioni, ma il Procuratore da chi verrebbe
a sapere dell' esistenza di un' indagine, forse dai giornali?'. 'Il ministro
Diliberto ha una concezione tutta sua del garantismo perchè crede
che una volta difesa la proposta di abolizione dell'ergastolo, poi, si
rimane, come i preti, garantisti per sempre', osserva il magistrato Giuseppe
Di Lello che ha criticato il pacchetto sicurezza. 'I tre mesi concessi
alla polizia per indagare senza avvisare il Pm, nonchè l'utilizzazione
dell'esercito in funzione di ordine pubblico e a discrezione dell'esecutivo
costituiscono una grave caduta delle garanzie che non può essere
bilanciata con una firma per l'abolizione dell'ergastolo'. Favorevole invece
un altro magistrato, Mario Almerighi: 'è un giusto, accettabile
compromesso, dobbiamo smetterla con la diffidenza nei confronti delle articolazioni
dello stato. Oggi spesso succede che la polizia fa solo la notizia di reato,
e manda l'informativa al pm che, oberato di lavoro, non può esaminarla
bene'. Per l'ex ministro della giustizia Giovanni Maria Flick 'è
assolutamente necessario recuperare l'iniziativa e l'autonomia delle indagini
per la polizia, come è necessario che il pm torni ad essere il controllore
giuridico dell'inchiesta, e non per la direzione delle indagini'. Per questo
aveva lavorato una commissione presieduta dal professor Conso, di cui faceva
parte anche il procuratore Vigna. Le conclusioni saranno pubblicate tra
qualche giorno. Sul suo lavoro e su quello fatto dal Governo, l'ex presidente
della Corte costituzionale ed ex ministro della giustizia, non vuol dire
di più.
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