"Dovere
della sinistra garantire la sicurezza"
da La Repubblica del 20.3.99
di LIANA MILELLA
ROMA - "Adesso, quando vado alle assemblee dei Comunisti unitari, i
compagni non mi chiedono mai che cosa penso di una questione. Prima facevano
così. Ora la domanda è: "Ma tu, Oliviero, come lo risolvi
questo problema?". E io sono tenuto a dare risposte. Poi devo mettere in
pratica quello che ho teorizzato. Sa qual è la verità? È
cambiata la natura della mia militanza politica. E questo, nella sinistra,
stenta a diventare senso comune". È l'ora del tè, al ministero
di Grazia e Giustizia. Oliviero Diliberto è appena tornato dal convegno
sulle mafie di Milano. Sulla scrivania ci sono le agenzie con le dichiarazioni
di molti esponenti della sinistra che attaccano il suo pacchetto anticrimine.
Una riflessione, dunque, è obbligatoria. E con Repubblica Diliberto
ragiona così.
Perfino per il suo partito, il Pdci, queste misure non sono di sinistra.
Lei come reagisce?
"Come uno che non riesce a far capire una cosa molto semplice. Che
una cosa è stare all' opposizione e tutt'altra è governare.
Sono stato all'opposizione per tutta la vita e, paradossalmente, era più
facile. Perché basta criticare chi governa. Invece se governi sei
tu che devi risolvere i problemi. Nel 1944, tutto questo ce l'ha insegnato
Palmiro Togliatti..."
... che c'entra Togliatti?
"C'entra, eccome. Perché io, che mi onoro di appartenere a quella
scuola, sento sulle mie spalle il peso della responsabilità di governare
questo Paese. Non mi sottrarrò solo per qualche critica da sinistra.
E perché queste critiche non sono mai seguite da proposte".
La critica è critica.
"E no. Io voglio sentir dire: "Questo si fa cosi". Invece niente. Ma
io, da questa poltrona, devo risolvere i problemi. Vuole un esempio?".
Dica.
"Due giorni fa sono stato a Brescia e, da Guardasigilli, ho incontrato
500 quadri operai metalmeccanici che hanno discusso con me dei loro diritti
e poteri. Ero molto emozionato, pur avendo - per tutta la vita - incontrato
migliaia di lavoratori. Ma, da ministro, era la prima volta. E dovevo dare
risposte sugli incidenti mortali sul lavoro e le inerzie degli ispettorati".
Tutto questo che ha a che fare con il pacchetto anticrimine?
"Questa è la questione nodale. La sinistra si sta ponendo un
problema che riguarda tutti i cittadini, cioè la questione della
sicurezza. E se la sinistra vuole governare deve dare risposte. E poiché
la sinistra è diversa dalla destra deve coniugare sicurezza e garanzie".
Grimaldi (Pdci) parla di "grida manzoniane".
"Tullio è critico sui maggiori poteri alla polizia giudiziaria
e sull'uso dell'esercito. C'è un equivoco. Il potere del pubblico
ministero resta intatto perché può intervenire sempre nelle
indagini. Quanto all'esercito, l' impiego riguarda solo il contrasto al
crimine organizzato. È quello che chiede Caselli. Non è un
intervento eversivo, ma il contrario: si serve la Patria, come dice la
Costituzione, contrastando le mafie".
Sì, ma togliendo potere al Parlamento.
"Troverei davvero singolare se, su fatti di criminalità, le
Camere non riconoscessero l'effettiva necessità. L'operazione Vespri
siciliani è stata giudicata positivamente dalla sinistra. Allora
dov'è lo scandalo?".
È normale che i soldati abbiano funzioni di pubblica sicurezza?
"I militari saranno utilizzati per vigilare i posti fissi, liberando
energie per fare le indagini. Certo, potranno identificare chi entra in
un palazzo di giustizia".
E lei non si allarma per quest' uso dell'Esercito?
"No, perché non è una novità. Finora, a Napoli
come a Palermo, non c'è stata violazione delle regole democratiche".
Lavorando su furti e scippi, vi siete chiesti se andavate troppo a
destra?
"Eccome. Ma non eravamo preoccupati delle critiche della sinistra.
Bensì di tenere stretti l' esigenza della sicurezza e i diritti.
Per questo abbiamo messo da parte il fermo di polizia, perché ogni
misura che limita la libertà personale dev'essere decisa dall'autorità
giudiziaria".
Per Borraccetti (Md) è una "decisione pessima".
"È l'opinione di un magistrato, autorevole sì, ma singolo.
Ce ne sono altri, anche di sinistra, che sono favorevoli alle nuove norme.
Questo disegno non è ancora una legge. Ne discuterò con la
magistratura e in Parlamento. Sono pronto ad accettare modifiche".
Fa già marcia indietro?
"Esattamente il contrario. Mi sono sempre battuto per la centralità
del Parlamento. Non c'è niente di scandaloso se il disegno di legge
sarà modificato".
Vi accusano di aver seguito criteri emergenziali...
"...davvero? Ma se fosse così il pacchetto sarebbe stato approvato
due mesi fa. Qui dobbiamo essere seri. Quando il codice penale è
stato scritto, furti e scippi non avevano queste dimensioni. Cambiare le
norme quando cambia la realtà non significa seguire una logica emergenziale.
Se così fosse avremmo fatto ben altro".
Per esempio?
"Beh, c'è chi chiedeva di abolire il processo d'appello, chi
voleva il fermo di polizia. Invece abbiamo tenuto fermissima la logica
dei diritti. A chi ci critica da sinistra chiedo: dov'era quando il Polo
manifestava a Milano, e io e la Jervolino - nel silenzio pressocché
generalizzato della sinistra - eravamo a favore dell'ergastolo?".
Però Saraceni (Verde) parla di "spirito demagogico" e Bertinotti
(Rifondazione) invita il Parlamento alla rivolta.
"E io sono tranquillissimo. Perché da quando ero dirigente della
Fgci c'erano i gruppi estremisti che mi attaccavano. Io sono rimasto comunista,
mentre la gran massa degli altri si è spostata a destra o è
più moderata di me. La verità è che la sinistra scambia
la propaganda con la politica. Per governare non basta dire se una decisione
è giusta o sbagliata, ci vogliono proposte concrete, ragionevoli,
realizzabili e comprensibili agli occhi delle masse. Altrimenti si fa un
club e non un partito politico. E non si fa nemmeno politica".
Le proposte alternative ci sono: no ai ritocchi al codice penale, sì
a un maggior controllo del territorio.
"Non possiamo contrastare la criminalità diffusa mettendo dieci
poliziotti a ogni angolo di strada. Militarizzeremmo il Paese. Io devo
risolvere il problema della donna scippata. E non voglio sentirmi accusare,
in puro stile anni Settanta, di aver fatto "leggi liberticide". Perché
le leggi liberticide erano quelle del Cile di Pinochet. Qualcuno si è
dimenticato che cos'è la destra e quali sono le leggi fatte dalla
destra. Se noi non diamo sicurezza ai cittadini, allorà sì
che vincerà la destra e farà leggi liberticide".
Guardiamo dentro la sinistra. I Ds chiedono il carcere dopo l' appello,
Violante più poteri alla polizia. Ma Pdci, Rifondazione, i Verdi
sono critici.
"C'è una sinistra libertaria, attenta ai diritti. Ma se vogliamo
riforme con questa ispirazione - decarcerizzazione, abolizione dell'ergastolo
- abbiamo bisogno del consenso dell'opinione pubblica, che dev'essere tranquilla
sul fronte della sicurezza. Le due cose si tengono perché - altrimenti
- cadiamo nell'illuminismo senza speranza. Io voglio fare le riforme, ma
del consenso ho bisogno".
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