Il
pacchetto criminalità spacca la maggioranza
da La Stampa del 20.3.99
ROMA
DALLA REDAZIONE
Anche la sinistra è apparsa perplessa ieri sul pacchetto sicurezza
messo a punto dal ministro di Grazia e Giustizia e compagno di partito
Oliviero Diliberto insieme al ministro degli Interni Rosa Russo Jervolino.
Le critiche giungono da più parti e i Verdi arrivano a minacciare
la crisi.
Il coordinatore della sinistra dei Ds Giorgio Mele ha giudicato l'inasprimento
delle pene per i reati legati alla microcriminalità "del tutto inefficace"
perché bisogna invece "aumentare la vigilanza, tentare di far venire
meno le ragioni sociali che determinano comportamenti criminali e non rincorrere
la destra sul terreno pericoloso del pugno di ferro". Il capogruppo dei
deputati dei Comunisti Unitari Tullio Grimaldi avverte che "vi sono elementi
di preoccupazione in merito all'uso di polizia ed esercito. Il fatto che
la polizia giudiziaria possa agire autonomamente senza riferire al magistrato
va valutato con molta attenzione, questo non era previsto nemmeno nel codice
del 1930".
Ma le critiche più severe vengono dai Verdi che annunciano una
dura opposizione al provvedimento, fino a minacciare la crisi. "E' veramente
deludente - dice il responsabile Giustizia Luigi Saraceni - che il primo
governo di centrosinistra insegua strumenti che sono patrimonio della destra
più retriva, come facevano i vecchi governi Dc". E' un ddl da Stato
di polizia, tuona Paolo Cento.
Valdo Spini, presidente della commissione Difesa della Camera, sottolinea
che "la collaborazione del Parlamento per usare le forze armate non è
mai mancata per cui non capisco questo problema di saltare l'autorizzazione
parlamentare, vorrei capire meglio". Si annuncia difficile dunque l'iter
parlamentare del provvedimento attraverso i due rami del Parlamento tanto
da indurre il vicepresidente del Senato, Ersilia Salvato, a dichiarare
che "sotto il peso di numerose e circostanziate critiche avanzate da più
parti sembra si stia già sfaldando il pacchetto-criminalità
è questo è un bene".
Molte le voci che si sono levate contro il pacchetto criminalità
anche al di fuori della maggioranza. Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione
Comunista, ritiene "gravissimo e inquietante" l'ipotesi dell'utilizzo dell'esercito
in funzione di ordine pubblico al di fuori del controllo del Parlamento.
Bertinotti chiede al Parlamento "un soprassalto d'orgoglio", respingendo
misure che lo ridurrebbero "semplicemente a cassa di risonanza dell'esecutivo".
Se queste sono le posizioni della sinistra, nella giornata di ieri si sono
andate creando strane ed inconsuete alleanze. Così, Maurizio Gasparri,
di An, componente della commissione Difesa della Camera, ha definito "condivisibile"
la posizione del presidente della sua commissione, Valdo Spini, e chiede
che la commissione discuta la materia da mercoledì prossimo. Gasparri
non manca di sottolineare come sull'impiego delle forze armate per il controllo
del territorio "registriamo un andamento schizofrenico delle forze del
centrosinistra. Ci sono visioni contraddittorie che lasciano sconcertati".
Fra le forze d'opposizione soltanto il Ccd utilizza toni diversi. "Io
le valuto positivamente - afferma il segretario del movimento Pierferdinando
Casini - non sono uno di quegli esponenti dell'opposizione che dicono sempre
che il governo sbaglia anche quando fa le cose che potremmo volere noi".
Anche nel mondo della magistratura il provvedimento suscita molte perplessità.
Il presidente dell'Associazione Magistrati Antonio Martone ha parlato di
un provvedimento che presenta "luci ed ombre". Due, a suo avviso, i principali
aspetti negativi: "Innalzare le pene mi sembra sia un'iniziativa destinata
a rimanere fine a se stessa, Piuttosto mi preoccuperei di rendere più
effettiva e più certa una condanna che non sempre viene scontata.
Un'altra lacuna del testo sta nella disciplina della reiterazione del reato.
Chi commette un furto in casa per la prima volta non può essere
punito con una pena uguale a quella inflitta a chi ha già rubato".
Le nuove norme sono bocciate anche dal neoprocuratore generale di Milano
Francesco Saverio Borrelli che si augura che "davanti al Parlamento la
materia venga ridiscussa", data la sua "scarsa utilità". "Inutile"
è anche l'aggettivo utilizzato da Mario Almerighi, leader storico
della corrente Movimenti Riuniti ed ex pretore d'assalto, per commentare
l'aumento di pene previsto dal pacchetto, bocciando nel complesso il provvedimento
perché "non affronta realmente i problemi".
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