Fita sollecita il riassetto: parità per le associazioni 

da Il Sole 24 ore del 20.11.99

(NOSTRO SERVIZIO)
PESCARA — La Federazione del terziario avanzato (Fita) chiede per la riforma delle professioni una marcia in più. E lo ha ribadito nel corso di una tavola rotonda dedicata proprio alla riforma e organizzata dalla stessa Fita al convegno avviatosi ieri a Pescara sul terziario avanzato come «leva per lo sviluppo del Paese».

Ennio Lucarelli, presidente di Fita-Confindustria, ha delineato la sua piattaforma: recepimento dei princìpi europei per le attività delle libere professioni intellettuali, conferma degli Ordini che si rivolgono ad attività professionali per le quali vi è un interesse pubblico da tutelare, definizione delle associazioni che operano senza nessuna esclusiva, accesso a ogni libera associazione garantito a tutti, disciplina dell’attività professionale in forma societaria con la possibilità di esercitare anche in società costituite da soli professionisti o da società di capitali. «Ma la riforma che si prospetta — ha detto Giuseppe Lupoi, vicepresidente Fita — tradisce le attese, perché non liberalizza gli accessi, non dà risposte sulle società in maniera netta e non si supera l’esame di Stato così come è concepito».

Critiche di diversa natura alla riforma sono giunte anche da Andrea Pastore, responsabile libere professioni di Forza Italia. Il senatore Pastore, criticando la scelta di una legge delega, ha definito il richiamo ai principi europei «del tutto strumentale, perché, soprattutto in riferimento alle società di capitali, sicuramente varrà il principio di sussidiarietà. Principio che prevede per ciascun Paese l’applicazione di norme in base alla sua storia e alle sue tradizioni. Sulle funzioni di controllo e di certificazione, poi, sarà lo Stato, attraverso l’esame, ad avere voce in capitolo».

Per Giacinto Militello, responsabile Ds per le professioni, «non è impossibile cercare un accordo su alcuni punti». Gli emendamenti che presto saranno presentati anche alle associazioni professionali sono «una base ragionevole» di mediazione. Ma l’invito di Militello a una collaborazione, da parte dell’opposizione e delle associazioni, sui punti chiave della riforma, è per ora rimasto in sospeso.

Gianni Moreschi