Quel giorno che votò contro Falcone 

da L'Unione Sarda del 20.10.98 

ROMA Dopo una vita da pretore d’assalto, è stato presidente per sole 48 ore. Nasce a Cagliari il 28 settembre 1939 e in Sardegna ottiene il primo incarico in magistratura come pretore di Serramanna. Qui il giudice Mario Almerighi - sposato con due figli - nel 1970 inizia la sua prima inchiesta sull’inquinamento di Villasor, centro del Cagliaritano dove ogni anno decine di 
persone rimanevano intossicate: è l’avvio della “specializzazione” sui reati contro la salute e l’ambiente. Ma è a Genova - dove chiede di essere trasferito - che culmina la sua attività di pretore d’assalto con l’inchiesta nata nell’inverno del 1973 sulle tangenti pagate da una finanziaria dell’Eni ai politici per favorire i petrolieri che volevano aumentare i prezzi. 
Risale a questo periodo lo scontro tra Almerighi e Coco - il Pg di Genova, poi ucciso dalle Br - che gli rimproverava una eccessiva invadenza in campi che spettavano alla pubblica amministrazione. «Noi in effetti - ricorda l’ex pretore in una intervista- non andavamo all’assalto proprio di niente. Andavamo alla riscoperta di leggi in disuso o mai applicate né durante il fascismo né dopo» L’indagine finirà nel nulla ma Almerighi viene ricevuto - nella lavanderia di Montecitorio per paura delle “cimici” - dal presidente della Camera Sandro Pertini: nei fascicoli che gli mostrò c’era il grande scandalo della Prima Repubblica. 
In seguito Almerighi istruì più di 100 processi a Genova a carico di industriali per inquinamento. Risale invece al 1976 il suo ingresso nel Csm dove rimase fino al 1981: fu il primo magistrato dell’organo di autogoverno dei giudici ad avere la scorta. Nel covo genovese di Via Fracchia le Br custodivano un dossier a suo nome, reo d i essere stato, su proposta di Giovanni Conso, 
relatore della legge Gozzini che con i benefici di pena indebolì i terroristi. 
Terminato il suo incarico per due anni, dal 1983, è nell’ufficio istruzione del Tribunale di Roma: si occupa anche dei misteri sulla morte di Roberto Calvi e di narcotraffico. Insieme a 37 magistrati esce dalla corrente di Unicost e - con Giovanni Falcone, Gerardo D’Ambrosio e Pietro Calogero - fonda il «Movimento per la giustizia» che nel 1990 ottiene al Csm il 12 per cento dei 
voti. Nel 1992 Almerighi con i componenti dei Movimenti Riuniti votano al Csm contro la nomina a superprocuratore antimafia di Falcone designato dall’allora guardasigilli Martelli. Per il giudice che pochi mesi dopo sarà ucciso da Cosa Nostra è «una pugnalata alle spalle». Dal 1997 presiede una sezione al Tribunale di Roma. Sabato, il comitato direttivo centrale dell’Anm lo 
sceglie suo presidente. Dopo due giorni, per via dell’intervista, Almerighi si dimette.