Anm,
dimissioni lampo del presidente
da Il Giornale di Sicilia del 20.10.98 ROMA. Un primato Mario Almerighi, neo presidente dell’Anm lo ha raggiunto:
in quarantotto ore, non ha ancora preso in mano le redini dell’Associazione,
ma ha già messo d’accordo tutti. Ha parlato troppo, ed ha invaso
una sfera, quella della politica e di governo, entrando a gamba tesa in
questioni sulle quali non ha voce in capitolo. E, dunque, dopo la tempesta
che si è scatenata, ha presentato le dimissioni. Ora la palla passa
alla giunta - dalla riunione convocata per mercoledì emergerà
comunque l’orientamento dell’Associazione - e al comitato direttivo centrale
del sindacato dei togati che si riunisce invece solo il 7 novembre. Non
sono bastate le precisazioni: ‘Il contenuto dell’intervista pubblicata
oggi sul Corriere della sera non corrisponde al mio pensiero’. Il quotidiano
invece ‘conferma ogni parola’. E quel ‘non posso dire o Flick o morte...ma
se ci mettono qualche infiltratto del Polo nel partito popolare...’ brucia,
anzi, provoca un incendio incontrollabile. In una nota il vicepresidente
dell’Anm, Francesco Castellano, afferma che ‘Almerighi ha perso una buona
occasione per tacere. La voglia di protagonismo lo ha portato a rilasciare
una serie di interviste e di dichiarazioni, nel breve lasso di trentasei
ore dalla sua nomina, fino a quella sul Corriere, nella quale esprime una
serie di opinioni non condivisibili, del tutto personali, e in relazioni
alle quali ho chiesto l’immediata convocazione della giunta’. E aggiunge
a caldo: ‘Anzichè preoccuparsi di distribuire pagelle in ordine
alla nomina del ministro di grazia e giustizia’, Almerighi ‘avrebbe fatto
meglio a richiedere un incontro al presidente del consiglio incaricato,
al fine di discutere gli effettivi problemi della giustizia’. Il ‘disappunto’
per le dichiarazioni risuona anche tra i magistrati della giunta dell’Anm
che ribadiscono il programma dell’Associazione per dire che ‘le dichiarazioni
attribuite al presidente Almerighi non rappresentano, per metodo e contenuto,
la linea costante dell’Anm, che non è mai intervenuta e non intende
intervenire nella valutazione delle persone che rappresentano le istituzioni
e tanto meno la composizione del futuro governo’.
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