«Giustizia alla bancarotta» 

da Il Messaggero del 20.10.99

di ANTONIO DE FLORIO
ROMA - Il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Verdi, non ha usato mezzi termini: «La giustizia è in crisi totale, alla bancarotta». Ieri, davanti alla Commissione antimafia, il numero due del Csm, ha indicato una cifra per dare la dimensione dello sfascio: durante lo scorso anno 130.000 reati sono caduti in prescrizione e quest’anno saranno ancora di più. 
La paralisi non riguarda solo la giustizia penale, e in particolare la lotta alla criminalità organizzata,ma anche altri comparti, primo tra tutti la giustizia del lavoro. E se il Parlamento non interverrà sul processo penale, ridimensionando il ricorso al dibattimento, secondo Verde, «non si potrà mai uscire dalla situazione di bancarotta della giustizia che stiamo gestendo in questo momento». 
«Il dibattimento è un lusso costoso che non possiamo permetterci - ha spiegato Verde - Nessun sistema può reggere con decine di migliaia di dibattimenti l'anno (8000 pendenti a Roma). Bisogna intervenire, in modo da portare al dibattimento soltanto pochi procedimenti. Altrimenti avremo molte più prescrizioni di quelle finora registrate». E al Parlamento il vice presidente del Csm ha chiesto anche «scelte di fondo» coerenti sulla giustizia: «Si dice che si vuole ridurre l'area della giurisdizione, ma non si fa una sola legge che non preveda un codicillo processuale». E lo stesso discorso vale anche per la depenalizzazione dei reati. 
«Il Parlamento deve fare delle scelte: sarebbe opportuno avere un indirizzo e perseguirlo». Verde ha poi fornito altre cifre della bancarotta: «C'è una scopertura fisiologica degli organici che oscilla tra il 13 e il 12 per cento» (la situazione di Palermo non è «oltre i livelli medi»). Sul fronte della giustizia del lavoro all'Aquila un solo magistrato ha in carico oltre 9.000 fascicoli; sono più di 25.000 le controversie pendenti tra Napoli, Benevento e Nola e Reggio Calabria da sola supera i 10.000 fascicoli. A soffrire è soprattutto il centro-sud, e in particolare Sicilia e Calabria, «dove ci sono sedi che nonostante gli incentivi continuano a rimanere scoperte» e che il Csm è per questo costretto a coprire con uditori giudiziari. Ed è sempre al Sud che mancano più giudici in rapporto al numero dei pm: la situazione di Palermo, dove ci sono 126 giudici (di cui 4-5 gip) a fronte di 74 pm, è analoga, ha detto Verde, a quella di Caltanissetta e di Reggio Calabria, zone in cui proprio per la presenza di una forte cirminalità organizzata, c'è un «eccesso dell'attività di indagine».Con l'acqua alla gola è anche la Cassazione, che si è vista scaricare, nel '97, 17.000 processi civili e 40.000 processi penali; una «quantità enorme di lavoro» che secondo Verde ha portato a una pesante conseguenza: «La qualità della sentenze della Suprema Corte sta scadendo». 
Durante l’audizione c’è stato un battibecco tra il presidente Del Turco (Ri) e il vice Mancuso (Fi), che ha abbandonato l’aula dopo aver bollato come «semianalfabeti» molti dei magistrati che amministrano la giustizia. Intanto il difensore di Craxi ha annunciato di rivolgersi alla Corte europea dopo che la cassazione ha confermato la sentenza di condanna per le tangenti sulla metropolitana milanese.