Il Ministro della giustizia e il pacchetto sicurezza

da La Stampa del 20.9.99

TORINO 
COME uomo di sinistra sono perfettamente cosciente e mi preoccupa il fatto che l’insicurezza colpisce soprattutto i quartieri popolari e proletari dove il disagio è maggiore. Per questo nel corso del seminario previsto per domani integreremo e miglioreremo il pacchetto sulla sicurezza. I provvedimenti adottati puntano a garantire la certezza della pena». Oliviero Diliberto, Ministro di Grazia e Giustizia, non sembra preoccupato degli attacchi del Polo sul tema della sicurezza e della legalità. A Torino per partecipare ad un dibattito organizzato nell’ambito della festa del centro-sinistra, spiega: «Il Governo non è in ritardo sulla questione criminalità. Se la sinistra ha un limite è quello di non essere stata capace di giocare in attacco». 
Ministro Diliberto, in che cosa consistono queste misure di natura processuale? 
Per quanto compete il mio ministero abbiamo preparato una serie di misure che intervengono sia sull’iter dei procedimenti che sull’esecuzione delle sentenze che permetteranno di far sì che la pena venga effettivamente scontata». 
In concreto, di che cosa si tratta? 
«Puntiamo a ridurre i tempi dei processi e a garantire la certezza dell’esecuzione della condanna una volta che questa sia definitiva. Dobbiamo risolvere un problema: è necessario impedire che chi ha recidive o ha commesso crimini efferati esca dal carcere». 
C’è chi propone di adottare queste misure già nel corso del processo di primo grado. E’ d’accordo? 
«Le misure devono essere adottate in base ad una sentenza definitiva. Dunque difendo il processo d’appello soprattutto perchè il 58 per cento delle pene viene riformato in secondo grado». 
Il Governo modificherà la legge Simeone-Saraceni sulle pene alternative? 
«Personalmente sono convinto che si possa intervenire per rendere più efficace la detenzione ma senza snaturare l’impalcatura di quel provvedimento. Sono anche d’accordo per la sperimentazione del braccialetto elettronico anche se sono convinto che non sia la soluzione del problema». 
Dunque non servono misure straordinarie per combattere la microdelinquenza? 
«Il pacchetto sicurezza che prevede l’inasprimento delle pene per scippi, furti in appartamento e un aggravante per chi commette reati contro le persone più deboli, e le misure processuali che puntano a garantire la certezza della pena sono efficaci per scoraggiare la microcriminalità» 
Nei giorni scorsi le indagini della polizia hanno dimostrato che a Torino c’è il rischio di una guerra tra gang italiane e gang albanesi per il controllo della prostituzione. Come si contrastano le mafie straniere? 
«C’è un problema effettivo: colpire con la stessa efficacia la criminalità organizzata italiana e quella straniera ma anche in questo caso non servono provvedimenti eccezionali. Ad esempio le norme che regolano la scarcerazione per gli affiliati ad organizzazioni criminali sono più rigide, dunque basterebbe applicare questo criterio. Lo stesso dicasi per il 41 Bis, per renderlo attivo verso le mafie straniere basta presentare una domanda al Ministero». 
Signor ministro quante domande le sono arrivate? 
«Fino a giovedì scorso, quando sono partito per un viaggio di lavoro, nessun Procuratore, di nessuna Procura italiana, ha chiesto l’applicazione di questa norma. Adesso immagino che lo faranno». 
Il Polo, però, attacca quella parte di magistratura politicizzata che applica due pesi e due misure. Che cosa risponde? 
«Beh, quando attaccano i magistrati viene sempre il sospetto che lo facciano perchè c’è qualche inquisito tra di loro. Come ministro difenderò sempre l’indipendenza dei giudici: E’ uno dei beni più preziosi per la democrazia». 
Ma il centro-destra accusa il governo, e soprattutto la sinistra, di voler introdurre lo stato di polizia. E’ così? 
«C’è una contraddizione: non possono fare una campagna forcaiola a Torino o a Milano e poi diventare ipergarantisti a Roma o a Palermo. Le misure del Governo cercano di trovare un punto di equilibrio tra la tutela dei diritti dei detenuti e la tutela della sicurezza pubblica. Per il Polo è facile fare propaganda ma in otto mesi di governo l’unico provvedimento approvato è stato quello sulle scarcerazioni».