Violante
e Di Pietro con Scalfaro
da La Repubblica del 21.11.98
ROMA - Scalfaro ha fatto bene o ha fatto male a richiamare all’ ordine
gli avvocati? Ieri, a difesa del capo dello Stato, si è schierato
il presidente della Camera, Luciano Violante. Che ha detto: “Scalfaro ha
il dovere più che il diritto di difendere le altre istituzioni dello
Stato quando esse siano denigrate”. Il che equivale a pensare: gli avvocati
hanno “denigrato” la Corte. Ha aggiunto Violante: “Le sentenze della Consulta
possono essere criticate, anche con durezza. Ma una sentenza non condivisa
non può costituire l’occasione per denigrare la Corte”. Il presidente
della Camera, comunque, propone di “trovare soluzioni per il processo penale
che garantiscano i diritti della difesa, ma consentano l’acquisizione delle
prove in modo certo e non lasciato alla discrezionalità dei pentiti”.
Sulle stesse posizioni di Violante è Antonio Di Pietro che afferma:
“L’Italia dei Valori aderisce all’invito di Scalfaro: rispettare la Consulta”.
Secondo Di Pietro la Corte ha semplicemente detto che “la funzione del
processo è quella di accertare la verità, non quella di rimettere
tutto in mano ai pentiti che parlando e non parlando decidono chi affondare
e chi no”.
A fronte di questi consensi restano i dissensi del Polo: il documento
anti-Scalfaro promosso dall’ex avvocato Gaetano Pecorella, oggi parlamentare
di Fi, e su cui sta raccogliendo le firme l’ ex ministro della Giustizia
Filippo Mancuso è arrivato a quota 170. Oltre a Fi e ad An hanno
firmato anche i deputati della Lega. Mancuso vorrebbe arrivare a quota
200 per lunedì. Non hanno aderito, né lo faranno i leader
Berlusconi e Fini.
Resta il problema del che fare: non solo sul 513, ma anche su come
regolamentare il diritto allo sciopero dei legali. Il sottosegretario alla
presidenza, Marco Minniti, invita ad discutere subito del 513 “in un clima
di confronto e di rispetto istituzionale”. Quanto agli avvocati, il ministro
della Giustizia, Oliviero Diliberto, dice che “il dialogo con loro continua”
e spiega di “essere in attesa delle loro proposte sui temi per cui si sono
astenuti dalle udienze”.
Gli avvocati le presentaranno giovedì 26 novembre a Roma. Lo
ha annunciato Nicola Buccico, presidente del Consiglio nazionale forense,
spiegando che si tratta di ipotesi tese a “rendere la classe politica interlocutrice
immediata dell’avvocatura”. I legali, comunque, restano sul piede di guerra:
ieri ben tre legali (Gino Perrotta, presidente della Camera penale di Paola
in Calabria, il leghista Matteo Brigandì e Adriano Andreani di Massa
Carrara) hanno denunciato Scalfaro per le sue dichiarazioni. Più
morbido l’atteggiamento di Manlio Gallo, presidente del Consiglio dell’ordine
di Palermo, che invita a superare i contrasti con un incontro.
|