«Giudici incompatibili, dimettetevi»

da Il Sole 24 ore del 21.10.98

MILANO — L’”inverno” delle commissioni tributarie inizia con la legge 449/97. La legge collegata alla Finanziaria ’98 prevede, infatti, che non possano far parte delle commissioni, a partire dal 1° aprile ’98, i dipendenti dell’amministrazione finanziaria e «coloro che esercitano in qualsiasi forma la consulenza tributaria, ovvero l’assistenza o la rappresentanza dei contribuenti con l’amministrazione finanziaria o nelle controversie di carattere tributario».
L’indicazione di incompatibilità introdotta dalla legge 449 è stata, dunque, molto ampia: con l’effetto di mettere, in primo luogo, in discussione le posizioni di molti professionisti che avevano svolto fin qui le funzioni di giudice tributario.
La “gestione” della nuova normativa ha dato, però, luogo a una vera e propria guerra interpretativa: si è andati dalla linea “soft” — fatta propria anche dai dottori comemrcialisti — del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt) che ritiene legittimo lo svolgimento delle funzioni di giudice tributario se la consulenza è esercitata solo in modo sporadico alle posizioni più “dure” emerse nell’ambito dell’amministrazione finanziaria.
Le Finanze con la circolare n. 39/E di inizio febbraio hanno, così, chiesto ai propri dipendenti di segnalare le posizioni di incompatibilità al fine di permettere di eccepire per tempo l’irregolare costituzione del collegio. Per arrivare, poi, alle contestazioni del Secit che ha ritenuto troppo morbida la linea del Cpgt e alle verifiche compiute dal dipartimento delle Entrate che ha inoltrato all’organo di autogoverno dei giudici tributari l’elenco dei componenti di commissione che risultano depositari di scritture contabili.  La parola resta, in ogni caso, al Consiglio di presidenza che dovrà valutare le situazioni dei giudici: lo stesso Cpgt aveva richiesto di segnalare le posizioni di potenziale incompatibilità. Consiglio che ha, però, segnalato le difficoltà nell’affrontare la mole di adempimenti che richiede la verifica sui singoli giudici.