Toghe
divise sul dopo Almerighi, favorito Riviezzo
da Il Corriere della sera del 21.10.98
Flavio Haver
ROMA - L’Associazione nazionale magistrati stringe i tempi per scegliere
il nuovo presidente al posto del dimissionario Mario Almerighi. Che ieri
ha perso definitivamente le speranze di vedersi confermato alla guida del
sindacato unitario della magistratura.
La sua intervista al Corriere della Sera, nella quale auspicava la
conferma di Giovanni Maria Flick al ministero della Giustizia, sortita
sonoramente bocciata da tutti i partiti, ieri è stata stroncata
anche dai segretari delle correnti dell’Anm.
Oggi si riunisce la giunta dell’Associazione ed è prevista un’accesa
discussione: dovrebbe anche essere fissata la data dell’assemblea del Comitato
direttivo centrale in cui saranno ratificate le dimissioni di Almerighi.
Questo appuntamento era già previsto per il 7 novembre a Napoli
ma è probabile che l’incontro venga anticipato a sabato prossimo.
Una conferma indiretta di questo orientamento arriva dal vicepresidente
dell’Anm Francesco Castellano (Unicost), per il quale «avere un presidente
nel pieno delle sue funzioni è essenziale in questo momento delicatissimo».
A sollecitare una riunione straordinaria del Comitato direttivo è
stata proprio Unicost, la corrente di maggioranza relativa delle toghe.
Il segretario Umberto Marconi ed il presidente Giuseppe Gennaro hanno parlato
senza mezzi termini di «crisi» dell’Associazione sottolineando
contemporaneamente la necessità di un «franco e proficuo confronto
tra tutte le componenti associative al fine di individuare le soluzioni
più appropriate».
Secondo Marconi e Gennaro, «le dichiarazioni di Almerighi hanno
provocato una gravissima caduta di credibilità che non investe soltanto
la persona del presidente neoeletto ma che rischia addirittura di inceppare
l’azione della giunta dell’Anm e incrina profondamente quel rapporto di
leale e completa collaborazione che ha guidato le scelte di Unicost in
occasione del rinnovo dei vertici dell’Anm».
Il segnale è chiaro. La vicenda potrebbe portare ad un complessivo
rimescolamento degli equilibri all’interno dell’Associazione. Unicost e
Magistratura Indipendente sono pronte a dare battaglia. E quindi potrebbe
non essere così automatico, come vorrebbe il criterio della rotazione,
che il nuovo presidente sia un altro esponente di quei Movimenti Riuniti
a cui appartiene Almerighi. Che è stato abbandonato anche dal suo
stesso gruppo: «Il Movimento dichiara con serenità e fermezza
la propria totale estraneità, nella forma e nei contenuti, dalle
gravi affermazioni riportate nell’intervista», ha fatto sapere il
presidente Giovanni Tamburino. Che ha precisato: «Il Movimento riafferma
che il fiducioso e civile confronto con tutte le forze democratiche del
Paese, la cooperazione sui problemi e le prospettive di riforma della giustizia
ed il leale rispetto delle competenze istituzionali costituiscono metodi
irrinunciabili della cultura e
dell’agire politico propri e di tutte le componenti dell’Anm».
Uno dei nomi più gettonati per la successione di Mario Almerighi
resta comunque quello di Ciro Riviezzo. Quarantotto anni, in magistratura
dal ‘79, attuale giudice a Lanciano, Riviezzo è il candidato che
i Movimenti Riuniti metterebbero sul piatto della bilancia già nella
riunione di oggi della giunta esecutiva dell’Associazione.
Ma non è escluso un autentico ribaltone: la presidenza all’attuale
«vice» Castellano (ma Unicost è pronta a far scendere
in campo anche l’ex presidente dell’Anm Nino Abbate) e la poltrona numero
due a Riviezzo. Con l’incognita del candidato di Magistratura Indipendente
Paolo Giordano, attuale segretario dell’Anm.
Sulla vicenda è intervenuto anche il responsabile della Giustizia
per i Verdi. «Oggi - ha detto Saro Pettinato - abbiamo la conferma
che, dietro la lucidità e la prudenza con cui la Paciotti ha interpretato
il proprio ruolo, esistevano spinte proterve e arroganti verso percorsi
non corretti sul piano istituzionale e che tali spinte non rifiutavano
la prospettiva del ricatto e dell’aggressione all’autonomia di altri poteri
dello Stato».
|