Cause di lavoro: errati i dati
del Csm
da Il Messaggero del 21.10.99
«Forse non conviene neanche smentirla in maniera eclatante: magari
proprio grazie a questi dati gonfiati potrebbe... arrivare un altro magistrato».
È il commento, tra il serio ed il faceto, di un avvocato alla notizia
delle circa 9 mila cause di lavoro "sulle spalle" dell’unico giudice del
Tribunale "dedicato" a quel settore, la dottoressa Elvira Buzzelli; il
dato è stato fornito dal vice presidente del Csm, Giovanni Verde,
martedì durante l’audizione da parte della commissione Antimafia.
Ad una verifica negli uffici del palazzo di Giustizia aquilano è
infatti però che la cifra fornita da Verde è, in eccesso,
assai lontana dalla realtà. Se il vice presidente del Consiglio
superiore della magistratura aveva parlato di 1.597 controversie di lavoro
e 7.604 previdenziali, le cifre aggiornate al 30 giugno di quest’anno parlano
invece di pendenze relative a 215 cause di lavoro e 1.126 previdenziali.
Come si vede, neanche la somma di queste due cifre arriva a quella fornita
da Verde solo per le cause di lavoro. Da tener presente che in un anno
e mezzo, cioè dal 31 dicembre del 1997, per le cause di lavoro si
è passati da una giacenza di 423 pratiche alle 215 rilevate a fine
giugno. Quasi costante invece la cifra delle cause di previdenza e assistenza:
da 1.156 alla fine del 1997 alle 1.126 della fine di giugno scorso.
L’unico dato reale in quella che, riferito al campo nazionale, è
stata definita «la bancarotta» del settore giurisdizionale
sul lavoro è che in effetti il carico grava tutto sulla dottoressa
Buzzelli, alla quale solo di recente sono stati affiancati due magistrati
onorari che hanno, ovviamente, competenze molto limitate e sussidiarie.
All’Aquila, insomma, non è bancarotta ma la situazione non è
florida.
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