Oggi «conclave» dei
ministri con D’Alema
da La Stampa del 21.9.99
CHISSÀ se l’idea l’ha avuta per primo Lionel Jospin, Massimo
D’Alema o Claudio Velardi, tanto per dire uno dei consiglieri più
ascoltati del presidente del Consiglio. Di certo, stamattina a partire
dalle 9 e mezza per la prima volta nella storia della Repubblica si terrà
un seminario di governo con un’ottantina tra ministri e sottosegretari,
allo scopo di rilanciare l’azione dell’esecutivo, e definire per bene il
programma dei prossimi 500 giorni. Di certo, D’Alema ha convocato l’insolito
conclave, nella splendida cornice di Villa Madama, luogo raffaellesco dove
per solito la Farnesina invita a pranzo i grandi del mondo, con una lettera
che sulla busta porta la data dell’8 settembre. Tanto anticipo, si precisa,
proprio perché segretari e sottosegretari di Stato possano dare
la propria disponibilità per l’intera giornata: come dire che, dato
che D’Alema non fuma più, è vietato uscire anche per le sigarette,
come ben si ricordano i parlamentari della Bicamerale.
Ma di certo, la riunione messa a punto nei dettagli logistici, compreso
il buffet a colazione, in una riunioncina volante ai margini del convegno
con il quale a Villa Lubin D’Alema ha fatto «accountability»,
ovvero ha reso conto dell’azione di governo fin qui svolta davanti alle
cosiddette parti sociali, non è una novità per l’Europa.
«Le ricette degli altri non si possono importare, Jospin ha varato
la legge sulle 35 ore, ma lui non ha il Mezzogiorno, è difficile
ridurre l’orario di lavoro quando il lavoro non c’è», diceva
ieri il presidente del Consiglio. E dunque, niente di strano se Jospin
ha centrato il suo seminario, orsono un paio di fine settimana, su come
schierarsi su un fronte avverso alla Terza Via di Blair-Schroeder. I ministri
di Jospin sono stati zitti, e il lunedì dopo il premier francese
ha potuto lanciare il proprio programma per vincere le elezioni del 2002.
Ma con 8O italiani, ancorché di alto rango istituzionale, la cosa
è più difficile, e così, per tappare le «indiscrezioni»,
alla fine è stata convocata una conferenza stampa: i ministri potranno
fumare una sigaretta, e i giornalisti ascolteranno com’è andata,
versione ufficiale, dalla viva voce di D’Alema, Rosa Russo Jervolino e
Giuliano Amato.
Il copione della giornata è già stato fissato: apre il
presidente del Consiglio con una breve prolusione volta a ricordare le
finalità dell’occasione, che è in buona sostanza quella di
marcare le linee di indirizzo, ricordando ai membri del governo che è
bene comunicare i contenuti dei dossier, ovvero dei vari provvedimenti
che verranno presi, quando essi sono stati formalizzati. «Facciamo
una buona politica, portiamo avanti riforme importanti per il Paese, possibile
che poi tutto si risolva con voi che parlate ai giornali?» aveva
detto giorni fa ai suoi ministri il capo di governo, ipotizzando addirittura,
per ovviare, un «ministro-portavoce». Con la riunione di oggi,
dunque, il problema dovrebbe essere ovviato. Dopo D’Alema, sarà
la volta di Rosa Russo Jervolino al mattino, e di Giuliano Amato al pomeriggio.
Perché due sono i temi sui quali c’è preoccupazione: la lotta
alla criminalità, eufemisticamente ridotta ai «problemi della
sicurezza», e la politica economica. Con il pacchetto sicurezza già
in Parlamento, e una serie di altre ipotesi largamente circolate negli
ultimi giorni, sul podio si sarà Jervolino: Diliberto, elegantemente,
le ha ceduto il passo. Anche se, evidentemente, poi anche il Guardasigilli
dirà la sua. Giuliano Amato invece, dopo aver lavorato con il suo
capo di gabinetto Linda Lanzillotta ed altri collaboratori, a una relazione
che poi ha scritto di proprio pugno. Oltre ai molti provvedimenti in via
di definizione della Finanziaria e nei collegati, si tratterà di
vedere come si arriverà agli sgravi fiscali previsti per il Duemila
con il controvalore di 4-5mila miliardi, come realizzare e finanziare gli
ammortizzatori sociali, e come armonizzare i regimi pensionistici. E siccome
tutti, ma proprio tutti, ministri e sottosegretari e attaché, nonché
lo stesso D’Alema, ribadiscono che «non si prenderanno in esame i
singoli provvedimenti, ma si tratterà delle linee generali dell’azione
di governo nei prossimi 500 giorni», è evidente che il ministro
Amato racconterà come intende impostare la tanto attesa riforma
del Welfare, «in accordo con le parti sociali», precisano da
Palazzo Chigi.
I temi su cui è centrato il seminario saranno dunque due. Il
che ha creato sconcerto in alcuni ministeri. Ma come, siamo sicuri che
noi non dobbiamo presentarci con nessun progetto?, ha chiesto l’altro giorno
a Franco Bassanini uno stretto collaboratore di Antonio Maccanico. Sentendosi
rispondere che no, non ce n’era bisogno, perché il suo disegno di
legge sulle riforme istituzionali il governo l’ha già presentato.
Anche se è probabile che D’Alema un accenno alla legge elettorale
lo farà.
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