Giusto
processo, Pera attacca il Csm
da Il Messaggero del 22.4.99
ROMA - Il Consiglio superiore della Magistratura può o non può
dissentire ed esprimere critiche su una legge varata dal Parlamento, ad
esempio il Super 513? Il quesito è stato posto al Senato dall’azzurro
Marcello Pera, che lo ha risolto affermando che si tratta di ”un’abnorme
ed indebita ingerenza”. La polemica è stata innescata da un documento,
elaborato dalla sesta commissione dell’organo di autogoverno. Ma Pera denuncia
addirittura un ”giallo”, una fuga di documenti ancora oggetto di dibattito
in seno alla Commissione giustizia di cui il Csm sarebbe entrato ”misteriosamente”
in possesso: «Ci sono quattro misteriosi allegati. Riconosco la fonte,
posso risolvere questo piccolo giallo, anche se non riesco a comprenderne
l'intera genesi», ha affermato lo stesso Pera, che rivendica a sè
due dei quattro fogli contenenti proposte di emendamento.
La sortita di Pera ha riacceso lo scontro attorno al super 513, ovvero
la riforma approvata qualche settimana fa dal Senato sul cosiddetto ”giusto
processo”.
Immediata la replica del presidente del Senato Mancino: «Il nostro
ordinamento è complesso e non ha paratie, la non giudicabilità
non è scritta nella Carta costituzionale circa i comportamenti che
il Parlamento assume di volta in volta nell'adeguamento del settore giustizia
e dunque non mi pare sostenibile». Mancino si è detto tuttavia
disponibile a visionare la documentazione raccolta da Pera e se sarà
necessario a comvocare la conferenza dei capigruppo.
Critico nei confronti di Pera, l'ex Presidente dell'ANM, Raffaele Bertoni:
«E’ grave che un parlamentare acquisisca documenti interni al CSM
per usarli al fine di polemica politica». Replica anche il consigliere
laico Giuseppe Riccio, padre del deocumento contestato: «Non vogliamo
interferire nè con la Corte costituzionale nè con il Parlamento,
quella sul giusto processo in Costituzione è una bozza di risoluzione
interna al consiglio, sulla quale stiamo ancora riflettendo e che, se anche
venisse approvata, avrebbe come destinatario il ministro della giustizia
e non le Camere». Per il responsabile Giustizia dei Ds quella sollevata
dal senatore Pera è «l'ennesima polemica pretestuosa».
Piena solidarietà invece dai deputati di An Fragalà, Lo Presti
e Simeone che condividono la denuncia del senatore Pera sulla gravità
dell'ingerenza del Csm.
R.D.G.
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