Della Valle: «C'è solo il rischio che i costi aumentino ancora» 

da Il Corriere della sera del 22.4.99

MILANO - E' dai tempi del processo Tortora che l'avvocato Raffaele Della Valle considera le «indagini difensive» il marchio di fabbrica di quello che con una punta di compiacimento definisce non il suo studio, ma la sua «bottega artigiana». E ora che la Commissione giustizia della Camera dà il suo imprimatur al ribattezzato disegno di legge «Perry Mason», che le indagini difensive si apprestano insomma a diventare legge dello Stato, la soddisfazione, per una volta, è immediata, senza riserve. «Era ora, questo è un giorno importante non solo per gli avvocati, ma per il nostro Paese. Viene colmato un ritardo ultradecennale. Tra accusa e difesa viene ristabilito un equilibrio che gioverà ai cittadini». 
Nessuna riserva? 
«Se proprio vogliamo andare a vedere, l'unica riserva che nutro non riguarda tanto il testo approvato - che recepisce le indicazioni su cui l'avvocatura si era battuta - quanto la necessità che a questo provvedimento ne seguano altri». 
Quali? 
«Le indagini difensive comportano dei costi. E questo allargherà ulteriormente la forbice tra i garantiti e i non garantiti». 
I meno abbienti? 
«Niente affatto. Mi riferisco ai medi professionisti: al professore di scuola, al funzionario pubblico. Oggi, paradossalmente, gli unici a potersi permettere fior di difese sono o i nullatenenti, ammessi al gratuito patrocinio, o i ricchi. E aggiungo che spesso tra i nullatenenti troviamo grandi boss, dal momento che non fanno certo il 740. Ecco, il rischio è che le indagini difensive, sacrosante, rendano ulteriormente proibitivi i costi del processo per i ceti medi». 
Sia sincero. Le «indagini difensive» ridimensioneranno gli studi legali con centinaia di clienti? 
«Credo di sì. E francamente me lo auguro. Ora nessun avvocato avrà più alibi. Non potrà più nascondersi dietro l'impossibilità di svolgere indagini in proprio. E siccome le indagini richiedono tempo e attenzione gli avvocati non potranno più difendere distrattamente centinaia di clienti. Sarà un utile e sano banco di prova della professionalità di ciascuno. Se poi si procederà a regolamentare per legge anche il settore degli investigatori privati a quel punto, davvero, potremo dire che la riforma è compiuta». 
Carlo Bonini,