Avvocati
contro giudici. «Il tribunale è in crisi ma rifiutano gli
aiuti»
da Il Corriere della sera del 22.12.98
MONZA - Esplode nuovamente la protesta tra gli avvocati penalisti monzesi.
Le toghe non hanno gradito le lettere del presidente del tribunale Vittorio
Cardaci e del pretore dirigente Gerardo Perillo che «declinavano
l’invito» a partecipare a una tavola rotonda con magistrati e parlamentari
locali per risolvere la spinosa questione della mancanza di giudici e di
aule.
«Evidentemente non c’è la volontà di trovare soluzioni,
altrimenti non si spiega questa chiusura totale - dice senza mezzi termini
Raffaele Della Valle, presidente della Camera penale di Monza -. Qualcuno
fa finta di ignorare il problema: eppure se non ci sarà un adeguamento
dell’organico il tribunale di Monza, il sesto per dimensioni in Italia,
rischia la paralisi anche perché si avvicina l’introduzione, a giugno
dell’anno prossimo, del giudice unico. Dove si terranno i processi? E con
quali magistrati?».
Cardaci e Perillo, al contrario dei procuratori capo Antonino Cusumano
e Cesare Di Nunzio, non ritengono opportuno, e lo hanno messo per iscritto,
intervenire a incontri e dibattiti per discutere argomenti di «competenza
delle sedi istituzionali», Parlamento e Ministero di Grazia e Giustizia
in primo luogo. «È un modo anacronistico di vedere la giustizia
- sottolinea Sergio Trentani del direttivo della Camera penale -. Si fa
tutto in base alla burocrazia e un’eventuale nostra collaborazione viene
addirittura considerata un’interferenza fastidiosa».
Gli avvocati si riuniranno in assemblea dopo la metà di gennaio
per superare l’impasse. «Avevamo già avuto - spiega Della
Valle - la massima disponibilità da parte dei parlamentari che ci
avevano chiesto espressamente di coinvolgere i vertici del palazzo di giustizia.
Il no secco di Cardaci e Perillo ci amareggia».
I dati sul tribunale monzese parlano da soli: la pianta organica prevede
48 magistrati e invece ce ne sono soltanto 32, cioè 3,2 ogni centomila
abitanti. Si accumuleranno i fascicoli e per evitare la prescrizione -
temono gli avvocati - i giudici non concederanno le attenuanti nemmeno
agli incensurati.
Manuela Cagiano,
|