Giordano, il Csm all’attacco 

da La Repubblica del 22.12.98

di LIANA MILELLA 
ROMA - Un caso famoso che sta per chiudersi e un altro invece destinato ad aprirsi suscitando polemiche e lacerazioni. Da una parte il pm milanese Gherardo Colombo, dall’altra il cardinale Michele Giordano e i magistrati della procura di Lagonegro che se ne occupano.
Le due storie si sono intrecciate ieri al Csm. In modo opposto. Il caso Colombo: la procura generale della Cassazione, dopo un anno di istruttoria, ha chiesto al Csm di archiviare la pratica disciplinare aperta un anno fa dopo un’ intervista del pm che accusava la classe politica di
soggiacere a un ricatto sulla giustizia. Per l’accusa, dunque, Colombo sarebbe non colpevole. Ben diverso, invece, l’ atteggiamento sul Cardinale e sulle sue dichiarazioni polemiche contro i pm. La prima commissione aprirà un’inchiesta per difenderli. 
Il caso Colombo. Il 22 febbraio Colombo aveva parlato di un “ricatto” che condizionava il dibattito sulla giustizia e, a quei tempi, la discussione alla Bicamerale. Ne era nato un putiferio. E il Guardasigilli Giovanni Maria Flick aveva chiesto al pg di aprire un processo. Oggi la decisione è stata presa e passata al Csm che, il 15 gennaio, ne discuterà nella sezione disciplinare. Colombo non avrebbe violato alcuna regola deontologica, ma esercitato un suo diritto, quello di esprimere la sua opinione. Ci sono tre argomentazioni che il pg ha fatto sue. La prima è quella della libertà di espressione. La seconda riguarda il diritto di un magistrato, soprattutto di uno come Colombo, di rileggere un periodo della storia italiana attraverso gli atti giudiziari. La terza argomentazione sembra ripresa di peso dalla difesa di Colombo. Il quale - sin dalle prime reazioni dopo l’intervista al Corriere della Sera - disse subito che le sue valutazioni, peraltro forzate nel titolo, non erano affatto nuove: non solo Colombo le aveva già scritte nel volume Il vizio della memoria, ma le aveva ripetute nei tanti dibattiti svoltisi sullo stesso libro.
Adesso bisognerà aspettare l’ anno nuovo per vedere che farà la disciplinare. I casi precedenti sono controversi. Per l’ex gip di Mani pulite, Italo Ghitti, la sezione ha optato per il processo nonostante il pg chiedesse l’archiviazione. Per Francesco Greco, invece, è avvenuto il contrario. E per Colombo? Vedremo. 
Il caso Giordano. Il Cardinale di Napoli ha accusato i pm e il Csm si è risentito. Non è stato tenero il Monsignore. Del procuratore Michelangelo Russo e del sostituto Manuela Comodi domenica ha detto: “È stato istruito un processo giornalistico su elementi che filtrano da quella procura. È il segno di un’inciviltà giuridica ed è un reato che a tempo debito verrà fatto pagare”. Ieri Giordano ha ribadito la sua difesa inviando una lettera a tutte le parrocchie. La reazione al Csm è stata duplice. Ma con una netta prevalenza delle critiche. Il togato di Md Nello Rossi giudica “estremamente imbarazzanti le parole pesanti e offensive pronunciate, per di più, ai margini di una visita pastorale in un carcere”. Non solo: secondo Rossi “è allarmante che il Cardinale trasformi la sua personale vicenda giudiziaria in un caso di tensione tra l’ elemento ecclesiastico e quello statale e giurisdizionale”. Sulla stessa linea un altro togato di Md, Carlo Di Casola, che ha chiesto l’ immediata apertura di un dossier a tutela dei magistrati. Al Csm c’ era già un fascicolo nato da un ricorso dello stesso Cardinale che il laico del Ccd Michele Vietti - schierato invece con l’alto prelato - vorrebbe fosse discusso al più presto. Ma il presidente della prima commissione, il laico Salvatore Mazzamuto, gli ha risposto che “la pratica non subirà alcuna accelerazione”.  Anche Armando Spataro, dei Movimenti riuniti, critica Giordano con parole dure: “Il sacrosanto diritto di difesa dovrebbe essere più propriamente affidato, specie da chi ha la responsabilità di una guida spirituale, agli strumenti propri del processo, senza scivolare nell’aggressione nei confronti dei magistrati”. Questa volta, con le correnti di sinistra sta anche la moderata Unicost: Ettore Ferrara accusa Giordano di “aver nuovamente perso il self control che è legittimo attendersi da un esponente così elevato del Vaticano”.
Inutile nascondersi quanto questa “pratica” sia delicata: perché al Csm, per la prima volta, il nemico dei giudici è un cardinale