Per
le perizie sospette tre richieste di giudizio
da Il Mattino del 22.5.99
GIGI DI FIORE
Un’indagine durata diversi mesi. Per verificare se, all’interno degli
uffici dei giudici di pace, si attuavano favoritismi nell’assegnazione
degli incarichi di consulenza e delle perizie nelle cause. Ora, le richieste
di rinvio a giudizio, che sembrano ridimensionare l’ampiezza dell’indagine,
ma su cui il Pm Eduardo De Gregorio ritiene che la prova sia «evidente».
Sono tre, dunque, le richieste di giudizio immediato depositate dalla Procura
e giunte sul tavolo del Gip Bruno Gazulli. Abuso d’ufficio è l’ipotesi
d’accusa. Destinatari una dipendente dell’ufficio, il marito che è
medico legale e un dirigente amministrativo dei giudici di pace.
Secondo l’accusa, il medico sarebbe stato inserito nell’elenco dei
consulenti, pur essendo iscritto all’albo di Avellino, ricevendo poi frequenti
incarichi nelle cause in corso. Nell’affidamento, secondo il Pm, ci sarebbero
stati dei favoritismi: l’accusa sostiene che un iscritto all’albo di un’altra
provincia non potesse essere inserito nell’elenco consulenti dei giudici
di pace napoletani. Da qui l’accusa nei confronti della moglie del consulente
e del dirigente che avrebbe confermato l’assegnazione degli incarichi.
L’indagine è partita lo scorso anno da alcuni esposti anonimi
contro la dipendente dell’ufficio. In quei documenti, si affermava che
il medico avesse ottenuto più incarichi rispetto a quelli che gli
sarebbero spettati, scavalcando altri iscritti all’elenco. Il Pm De Gregorio
ha convocato moltissimi testimoni: decine di dipendenti, qualche giudice
di pace. Informando anche il presidente del Tribunale sull’inchiesta in
corso. Le verifiche e le domande riguardavano tutto il sistema di assegnazione
delle consulenze, la tenuta degli elenchi dei tecnici iscritti (medici,
architetti, ingegneri), che devono fornire il loro apporto specialistico
alla valutazione dei contenziosi su incidenti, liti, lesioni. Poi, alla
fine del lavoro investigativo, nel fascicolo è rimasta solo la singola
assegnazione degli incarichi a un consulente, che figura tra gli imputati.
Solo di recente, l’iscrizione nel registro degli indagati delle persone
coinvolte nel fascicolo. Per chiedere il giudizio immediato (che farebbe
saltare l’udienza preliminare), gli indagati non potrebbero essere iscritti
nel registro della Procura da più di tre mesi. Il Gip Gazulli ha
chiesto chiarimenti al Pm prima di decidere sulla richiesta. Nel caso in
cui il giudice non dovesse ritenere esistenti le condizioni del rito immediato,
dovrebbe essere fissata un’udienza preliminare.
Proprio in settimana, intanto, nella sede dei giudici di pace (all’ex
caserma Garibaldi) si è tenuta un’assemblea per fare il punto sulle
difficoltà e i problemi dell’ufficio. Sono state anche ipotizzate
astensioni, per sensibilizzare chi deve provvedere sugli ostacoli affrontati
dai magistrati onorari che devono decidere sulle cause civili di minore
entità. Lo stesso Consiglio dell’Ordine degli avvocati ha aperto
una pratica, per cercare di affrontare alcuni dei gravi problemi che riguardano
l’ufficio: fascicoli scomparsi, estranei che si fingono avvocati e compaiono
a patrocinare le cause, confusione. Un consigliere dell’Ordine è
stato incaricato di istruire la pratica, mentre è stata chiesta
l’apertura di un posto di polizia negli uffici.
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