Gli
investigatori privati chiedono di ampliare il patrocinio ai meno abbienti
da Il Sole 24 ore del 22.5.99
(NOSTRO SERVIZIO)
FIRENZE — Se un imputato non è abbiente, oggi lo Stato gli paga
un avvocato. Ma che succederà domani, quando la legge (già
approvata alla Camera, in discussione al Senato) introdurrà nel
processo penale le cosiddette «indagini difensive», e dunque
la possibilità per i legali di avvalersi di detective e consulenti?
La soluzione è una sola, rispondono gli investigatori privati: istituire
il gratuito patrocinio anche per questa categoria. La rivendicazione è
partita dal 44° Congresso nazionale di Federpol (associazione che riunisce
500 istituti privati di investigazioni) in corso da ieri a Firenze.
«Se vogliamo assicurare la difesa dei non abbienti — ha spiegato
il presidente di Federpol, Gian Carlo Alunno — l’unico modo è istituire
il gratuito patrocinio anche per gli investigatori, sul modello di quello
che già esiste per gli avvocati». E, per sottolineare l’urgenza
del problema, ha annunciato che 50 associati Federpol saranno disponibili
a collaborare gratuitamente con gli avvocati di imputati non abbienti che
ne faranno richiesta.
La normativa sulle «indagini difensive» ha riportato anche
l’attenzione sulla mancanza di regole che disciplinano l’attività
dei detective. «L’elevazione dei compiti delegabili agli investigatori
privati — ha precisato il sottosegretario alla Giustizia, Maretta Scoca
— comporta necessariamente l’introduzione di regole più precise
e attuali. In primo luogo perché, una volta ottenuta la parificazione
tra accusa e difesa, occorre garantire la stessa professionalità
di entrambi, e dunque consentire al difensore di avvalersi di investigatori
privati di capacità e moralità paragonabili a quelle degli
agenti e ufficiali di polizia giudiziaria». Il sottosegretario ha
ricordato la proposta di legge 1909/C, che prevede l’istituzione di Ordine
e Albo degli investigatori privati.
Scettico il presidente Federpol: «È da quarant’anni che
chiediamo una regolamentazione della nostra categoria, ma ho molti dubbi
che si riesca a fare proprio adesso che stiamo in Europa e andiamo verso
la libertà di professione».
Sul gratuito patrocinio per gli investigatori privati ha insistito
Aldo Manfredi, giudice per le indagini preliminari a Teramo, secondo cui
l’istituto sarebbe già oggi applicabile, pur in assenza di normativa
specifica. Questo grazie, ha spiegato il Gip, alla sentenza della Corte
costituzionale 33/99 che ha ammesso le consulenze di parte nel gratuito
patrocinio indipendentemente dai casi di perizia disposta dal giudice.
Agganciandosi all’ultimo comma dell’articolo 222 delle disposizioni di
attuazione del Codice di procedura penale, che equipara l’investigatore
privato al consulente tecnico ai fini della tutela del segreto professionale,
Manfredi ha sostenuto una sostanziale equiparazione dell’attività
svolta dalle due figure. La sentenza della Consulta, che estende la possibilità
di gratuito patrocinio al di fuori dei casi di perizia, potrebbe quindi
valere anche per l’investigatore privato.
«Presso il mio ufficio — ha annunciato il Gip — è già
stata annunciata la richiesta di un avvocato che difende un imputato ammesso
al gratuito patrocinio e che intende avvalersi di un investigatore privato».
In ogni caso, resterebbe aperto un interrogativo: in mancanza di tariffe,
il giudice come potrebbe procedere alla liquidazione del compenso?
Silvia Pieraccini
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