Albertini
chiede aiuto al pool
da La Repubblica del 22.3.99
dal nostro inviato RODOLFO SALA
BARCELLONA - "Nessuna aggressione dei magistrati contro il Comune di
Milano. E da parte nostra nessuna battaglia ideologica contro la Procura
e la Corte dei Conti che stanno indagando su presunti episodi di corruzione
legati agli appalti". Il sindaco polista di Milano, Gabriele Albertini,
sceglie la trasferta di Barcellona, dove sta partecipando a un convegno
internazionale di amministratori pubblici, per lanciare un messaggio destinato
a fare parecchio rumore. E annuncia l'avvio imminente di un progetto, nato
qualche tempo fa da un colloquio tra il sostituto procuratore Piercamillo
Davigo e il sindaco stesso: "Comune di Milano e magistrati a breve cominceranno
a lavorare insieme in un progetto il cui obiettivo è semplificare
le procedure amministrative e al tempo stesso mettersi al riparo da qualsiasi
rischio di illecito".
Dalla maggioranza di centrodestra che sostiene Albertini, in particolare
da Forza Italia si è già gridato al complotto politico per
spiegare le quattro inchieste giudiziarie che coinvolgono soprattutto funzionari
di Palazzo Marino, ma anche il presidente forzista del Consiglio comunale
Massimo De Carolis e il segretario provinciale degli azzurri Massimo Guarischi
(indagato come imprenditore). I magistrati stanno spulciando fra le carte
comunali ipotizzando reati di corruzione. Nel mirino un'incredibile quantità
di appalti banditi negli ultimi tre anni: impianti di depurazione delle
acque, servizi di ristorazione per dipendenti comunali, fognature, parchi,
lavori stradali... Una delle inchieste sembra ricalcare quella "duomo connection"
che scoppiò ben prima di Tangentopoli e ipotizza l'infiltrazione
di bande malavitose nelle attività del Comune.
Dopo le accuse di parte del Polo alle "toghe rosse" Albertini sente
dunque il bisogno di precisare la propria posizione. Spiegando di essere
non solo pronto alla "massima collaborazione", ma anche a praticarla nel
concreto attraverso una sorta di comitato paritetico fra Comune e magistrati.
Dateci una mano - è in buona sostanza l'appello del sindaco ai suoi
interlocutori - a fare in modo che il nostro lavoro per semplificare le
procedure non venga reso inutile, individuando i passaggi entro i quali
potrebbe inserirsi la corruzione. Appello accolto, è già
stata individuata la coordinatrice del progetto: è il pm Nunzia
Ciaravola.
"Questa collaborazione - rivela Albertini - prende spunto dal progetto
promosso insieme dal Comune e da Assolombarda, l'associazione degli imprenditori
milanesi, per creare lo sportello unico delle imprese". Quel progetto si
chiama Sesamo: e questo come si chiamerà signor sindaco? Risposta
scherzosa, ma non tropppo: "Dopo Sesamo, il nome giusto potrebbe essere
Alì Babà: per scacciare i quaranta ladroni dal palazzo...".
Per spiegare il senso di tale iniziativa il sindaco svela un altro
piccolo retroscena. Qualche tempo fa un altro magistrato del pool, Gherardo
Colombo, fece visita ad Albertini portandogli un foglio. Era il via libera
del Comune ai lavori per concedere l'abitabilità a un sottotetto.
Particolare degno di nota: Colombo ci mise la bellezza di due anni per
ottenerlo, ma furono necessari ventisette passaggi burocratici. "Il magistrato
mi disse che per ciascuno di quei passaggi c'era un funzionario a rischio
di corruzione - dice Albertini - ecco cosa intendo quando parlo di semplificazione
amministrativa". Alla notizia della nuova alleanza tra sindaco polista
e magistrati segue una precisazione che segna un altro strappo. È
la replica a Massimo De Carolis, che aveva rimproverato Albertini di non
avergli espresso solidarietà politica dopo l'avviso di garanzia:
"La vicenda - fa sapere il sindaco di Milano - riguarda una persona, una
presunta responsabilità alla quale si possono opporre tutte le difese
legali. Mi sembra che la magistratura, almeno in questo caso, non stia
facendo politica".
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