«Più
efficienza col giudice unico»
da L'Unione Sarda del 22.3.99 Tempio. Coniugare efficienza e garanzie. È quanto si propone
di realizzare la legge sul giudice unico che, se non ci saranno ritardi,
dovrebbe entrare in vigore il 2 giugno. Ad illustrare la riforma, in un
convegno svoltosi nel salone di rappresentanza del Comune, è stato
il senatore Guido Calvi (Ds), uno dei relatori della legge, conosciuto
soprattutto per essere stato in passato difensore di Toni Negri, dell'anarchico
Pietro Valpreda, e attuale legale di Silvia Baraldini e dei genitori di
Ilaria Alpi. Nella prima parte del suo intervento il senatore Calvi si
è soffermato sull'utilità della legge, giudicata «il
primo passo per giungere alla riforma delle circoscrizioni per ridisegnare
la geografia giudiziaria del Paese». Due casi limite: in provincia
di Torino sono dislocati ben otto tribunali dove operano 72 magistrati,
mentre a Gela, in Sicilia, città afflitta tra cosche mafiose, i
giudici sono solo otto. A Camerino, nelle Marche, cittadina di cinquemila
abitanti in media si svolgono dieci processi l'anno e in organico al Palazzo
di Giustizia vi sono sei magistrati. I punti qualificanti della riforma
sono quattro. Il primo è la depenalizzazione che«non significa
cancellare un reato ma trasformarlo in illecito amministrativo. L'intento
è quello di liberare l'apparato giudiziario da una serie di incombenze
inutili». Altro passo è l'istituzione del giudice di pace
penale «con una ritualità snella può sgravare la magistratura
da incombenze che anche un giudice non professionale può compiere».
Basilare poi l'intervento sul rito «patteggiamento e rito abbreviato
riducono notevolmente i tempi della sentenza». Chiude il quadro la
costituzione del tribunale metropolitano «consente di distribuire
in modo capillare i presidi giudiziari con l'apertura di sezioni staccate
del tribunale centrale». Roma e Napoli lo saranno da subito, Milano,
Torino e Palermo dovranno attendere ancora. Nella seconda parte, il senatore
Calvi ha ricordato le conquiste, ma anche le inefficienze, del sistema
giudiziario: «Fino al 1970 l'imputato veniva interrogato senza la
presenza del suo avvocato, e detenuto a tempo illimitato prima del processo».
Un modo di agire «inquisitorio e medievale» che solo nel 1984
è stato mitigato limitando i tempi della carcerazione preventiva,
che di fatto diventava una espiazione di pena senza condanna. «Non
è l'entità della pena, ma l'immediatezza con la quale viene
comminata il parametro di valutazione dell'efficienza della giustizia».
Gli interventi del presidente del tribunale di Tempio Francesco Mazzaroppi,
e del presidente dell'Ordine forense Sergio Pinna hanno fatto riflettere
sulle storture di un sistema che da un lato premia la produttività
di un distretto giudiziario, come quello gallurese, dotandolo di un giudice
e dall'altro ne cancella tre con una ripartizione iniqua.
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