Temono una vera e propria fuga dalla magistratura: «Chi ha maturato 40 anni di servizio potrebbe scegliere di andare in pensione»

da Il Messaggero del 22.9.99

di MATTIAS MAINIERO
ROMA — Preoccupati è dir poco. Arrabbiati, confusi dai troppi “si dice", dalle continue fughe di notizie che poi forse notizie non sono. Indispettiti, anche. E per questo pronti addirittura allo sciopero, una forma di protesta - dicono - messa in pratica per l’ultima volta ai tempi della presidenza Saragat. Ma ora, forse, indispensabile. I magistrati italiani non ci stanno: non sono d’accordo con chi li accusa di ricevere “pensioni d’oro", non capiscono perché il governo, lavorando di annunci, semini inutili dubbi, non comprendono la “schizofrenia del legislatore". E lo dicono a chiare lettere.
Piazza Cavour, ultimo piano del Palazzo di Giutizia. Nell’auletta dell’Anm ci sono i rappresentanti di tutte le associazioni, Corte dei Conti, Consiglio di Stato e Avvocatura dello Stato compresi. Assente, giustificata, la sola magistratura militare. Ironia della sorte: è il giorno del “pacchetto giustizia", del quale non si parla perché i magistrati, loro malgrado, sono alle prese con i problemi pensionistici. Il giorno in cui - dice subito Antonio Martone, presidente dell’Anm - il governo fa sapere che la Finanziaria destinerà 400 miliardi per sopperire alle carenza di organico della magistratura. Ma anche il giorno in cui mille e cinquecento o forse addirittura duemila magistrati meditano di andarsene in pensione.
Eccola qui la “schizofrenia del legislatore" - parole testuali - che da una parte vuole rinforzare gli organici e dall’altra ipotizza di introdurre «un tetto uguale per tutti, a prescindere dall’età in cui si va in pensione. Un’ingiustizia che porterebbe a tagli del 30% all’attuale trattamento pensionistico» e quindi ad un «esodo» che metterebbe a rischio il funzionamento stesso della giustizia.
«Se questo tetto dovesse diventare realtà, - spiega Mario Cicala, segretario dell’Anm - molti magistrati non avrebbero più alcuna convenienza economica a restare al loro posto». In pratica, tutti coloro che hanno già maturato 40 anni di servizio, che continuano a versare contributi e che, per non rischiare, già si sono messi in fila al ministero di Grazia e Giustizia per chiedere spiegazioni e capire quale sarà il loro futuro. Futuro - spiega Martone - che al momento attuale nessuno conosce. Anche perché - racconta - fin dal 13 settembre «abbiamo chiesto un incontro al presidente del Consiglio che ancora oggi non c’è stato concesso».
Una sola novità dopo la ridda di indiscrezioni, smentite, attese e preoccupazioni: ieri la presidenza del Consiglio ha comunicato all’Anm che non è prevista alcuna decretazione d’urgenza per le pensioni dei magistrati (gli “annunci-spot" della Finanziaria avevano parlato anche di questo). Tutto il resto è avvolto nel dubbio. «E voi sapete - spiega Martone - come vanno certe cose: il governo inserisce la questione nella Finanziaria, che deve essere approvata dal Parlamento, ma che può andare avanti a colpi di fiducia. Quindi, meglio parlarne prima che sia troppo tardi».
E se il governo non avesse intenzione di parlarne? Allora, dicono i magistrati, per «evitare possibili colpi di maggioranza», non resterebbe altra via che quella della protesta. Di che tipo?
Sciopero, appunto. Anche se questa parola non piace ai magistrati che la pronunciano solo a conferenza stampa finita. «Il Comitato direttivo centrale dell’Anm - dice nell’auletta Martone - è stato convocato d’urgenza per domani». All’ordine del giorno due punti. Primo: possibili interventi legislativi in tema di trattamento pensionistico e iniziative dell’Anm. Secondo: stato delle iniziative concernenti l’amministrazione della giustizia e l’ordinamento giudiziario. «La nostra speranza - conclude Martone - è che l’ordine del giorno venga invertito. Anzi, che del primo punto non si discuta affatto». Un segnale chiaro a D’Alema. Ora i magistrati attendono la risposta. Con un avvertimento: fra tre mesi entrerà in funzione il giudice unico in materia penale. Una trasformazione delicata, un passaggio che farà epoca. «Forse sarebbe più utile parlare di questo anziché seminare allarmi. Anche perché i magistrati non ricevono pensioni d’oro e chiedono solo di essere ascoltati. Tutto qui. Concertazione, quella che è concessa ai sindacati confederali».