Bracciale elettronico a Natale
da Il Mattino del 22.9.99
MARIA PAOLA MILANESIO
Braccialetto elettronico entro Natale. Lo ha deciso ieri il governo,
nel seminario di Villa Madama. I primi a partire saranno i centri di Milano,
Torino, Roma e Bologna, a cui seguiranno tutti gli altri - Napoli compresa
- entro il 12 marzo del 2000. «La sperimentazione per i detenuti
in semilibertà sarà possibile man mano che entreranno in
funzione le sale operative interconnesse, e questo perché per il
controllo è necessaria una sala operativa comune», ha spiegato
il presidente del Consiglio Massimo D’Alema. Ma l’iniziativa del governo,
la risposta d’urto contro il crescente allarme sociale determinato dal
vertiginoso aumento dei reati considerati minori, non si ferma qui: lunedì
sarà convocato un vertice con prefetti, questori e rappresentanti
delle forze dell’ordine; ed è previsto anche un incontro con l’Anm,
il sindacato dei magistrati. In Parlamento si provvederà ad accelerare
l’iter del pacchetto sicurezza, presentato in primavera dal governo, ed
è probabile che si decida per la corsia preferenziale. Confermati
anche maggiori investimenti per la sicurezza e nuove assunzioni.
È questo, a grandi linee, il progetto dell’esecutivo, che soltanto
oggi - nel vertice di maggioranza - deciderà sugli emendamenti da
presentare al disegno di legge sulla sicurezza ed, eventualmente, alla
legge Simeone. Di esecuzione della pena dopo il secondo grado di giudizio,
di limitazione dei ricorsi in Cassazione per ora non si parla, anche se
il ministro della Giustizia, Oliviero Diliberto, ne ha accennato durante
il suo intervento al seminario. Alla conferenza stampa, tuttavia, il Guardasigilli
non c’è; a rispondere di sicurezza il ministro dell'Interno Rosa
Russo Jervolino, ma la parola va soprattutto al capo di governo. Ed è
proprio lui ad assicurare che la questione sicurezza è uno dei due
punti (con l’occupazione) all’ordine del giorno dell’agenda governativa.
Intanto, una prima inversione di tendenza. In questo capitolo si intende
investire maggiormente: da qui la scelta di destinare 500 miliardi in più,
di assumere 6000 uomini nelle forze di polizia, oltre ai 5000 impiegati
civili, che andranno a sostituire gli agenti, in modo tale da destinare
questi ultimi a compiti operativi e non burocratici. Più uomini
sulle strade e dunque maggiore controllo del territorio, attività
a cui potranno contribuire, in alcuni casi, anche le forze armate (per
il presidio di sedi pubbliche). Un risparmio notevole di uomini sarà
possibile anche attraverso l’utilizzo del braccialetto elettronico, la
vera grande novità decisa nel seminario di ieri. Dopo le polemiche
d’agosto, la raffica di sì e no, la disponibilità dichiarata
del ministro della Giustizia, le perplessità di qualche magistrato,
il bracciale - già in fase di sperimentazione in altre nazioni europee
- consentirà di controllare anche i detenuti italiani agli arresti
domiciliari. Milano, Torino, Roma e Bologna i centri pilota, che apriranno
la strada alla sperimentazione sul resto del territorio.
Infine, le nuove mafie. Massimo D’Alema si chiede perché non
sia possibile applicare anche a queste nuove associazioni criminali le
leggi che valgono per Cosa nostra e per la camorra: «Il racket della
prostituzione, dei minori in sede penale va trattato alla stregua delle
altre mafie». Intanto, però - ha aggiunto - si guardi i risultati
già raggiunti con la legge sull’immigrazione: buoni i dati sul fronte
della repressione (raddoppiato il numero degli scafisti arrestati, 45000
i clandestini respinti in questi mesi dal nostro territorio), ma anche
sul versante dell’inserimento e dei ricongiungimenti familiari. E qui arriva
la sferzata al Polo, al Ccd in particolare che propone si spari agli scafisti
per contrastare l’immigrazione clandestina. Che ne pensa il premier? Storce
il naso, smorfia di prammatica e poi: «Semplicemente sconcertante.
Trovo semplicemente sconcertane che il Polo prima gridi allarmato contro
lo Stato di polizia e poi si arrivi a ipotizzare una legge che consente
di sparare agli scafisti».
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