Tar
più sprint ai processi
da Il Sole 24 ore del 23.4.99
ROMA — Un po’ di ossigeno per la giustizia amministrativa, se la riforma
approvata ieri dal Senato avrà alla Camera un iter un po’ più
veloce. Il disegno di legge Bassanini è di sedici mesi fa, ma all’Aula
sono bastate due settimane per concludere l’esame e anzi per potenziare
gli strumenti acceleratori e semplificatori del processo amministrativo,
lungo la linea definita dalla commissione Affari costituzionali. Linea
che non ha soddisfatto alcuni senatori che, a titolo personale, hanno criticato
la scelta di fondo di intervenire con rattoppi al processo amministrativo,
anziché mutuare gli istituti del processo civile, soprattutto in
materia cautelare.
Per quanto si tratti di questione molto tecnica e apparentemente di
interesse limitato agli addetti ai lavori, sia la riforma sia l’alternativa
accennata sono invece di grande rilevanza pratica per i cittadini e le
imprese che quotidianamente si rivolgono alla giustizia amministrativa
per far valere non solo interessi legittimi che si presumono intaccati,
ma da qualche tempo (nelle materie per le quali ai Tar è stata riconosciuta
giurisdizione esclusiva, in particolare tutti i servizi pubblici) anche
il riconoscimento della lesione di diritti soggettivi, con la quantificazione
e il risarcimento del danno da parte del giudice amministrativo.
Quanto alla decisione di non limitarsi a estendere istituti del processo
civile (cosa che alcuni Tar da qualche tempo tendono a fare autonomamente,
invocando il principio dell’analogia: «Il Sole-24 Ore» del
13 e 15 aprile) il senatore Giovanni Pellegrino (Ds, relatore del provvedimento)
la spiega con la profonda diversità tra i due ordinamenti.
La riforma, comunque, è passata a larghissima maggioranza e
(salvi i ricordati casi personali) con la sola astensione di Rifondazione
comunista. Tutti hanno parlato di intervento parziale e "provvisorio",
ma anche di ragionevole fiducia che si possa innescare un circolo virtuoso,
grazie al quale il giudizio "abbreviato" eviti la sospensiva; e la sospensiva
si trasformi da strumento "unico" di decisione (impropria), non di rado
con effetti paralizzanti anche se numericamente contenuti (appalti, piani
regolatori, pubblici servizi), a una delle possibili misure cautelari,
che possono consistere in una cauzione piuttosto che nell’immediato riconoscimento
di somme non contestate, esattamente come avviene nel rito civile: si pensi
alle nuove materie esclusive, come le forniture di beni e prestazioni al
Servizio sanitario nazionale (il Governo ha ritirato l’emendamento che
avrebbe sottratto sotto questo profilo le nuove competenze dei Tar, e lo
ha anzi riformulato in modo da potenziare, con le competenze, anche gli
strumenti di intervento del giudice amministrativo).
Come preannunciato è stato poi incrementato, in misura moderata
ma non infima, l’organico sia dei tribunali amministrativi (60 referendari,
cioé i giudici Tar di prima nomina, il che significa un 20% in più
rispetto all’attuale organico effettivo) sia dei consiglieri di Stato (tre
presidenti di sezione e dieci consiglieri; con un incremento superiore
al 20 per cento).
Su molti altri aspetti della riforma bisognerà presto tornare,
a cominciare dalle modifiche all’organo di autogoverno, con il potenziamento
della presenza dei giudici Tar e l’inserimento di "laici", come avviene
per il Csm. Una piccola querelle, infine, si è svolta in Aula sull’estensione
del porto d’armi, già previsto per i magistrati ordinari, ai giudici
amministrativi («Il Sole-24 Ore» del 15 aprile): ma il senatore
Pellegrino ha lasciato intuire che la provenienza del collega che ha proposto
in commissione la norma, e le delicate materie affidate ai Tar (leggi appalti),
forse devono indurre a maggiore prudenza.
Angelo Ciancarella
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