Diliberto a S.Vittore: carceri umane 

da La Republica del 23.2.99

MILANO (p.c.) - Un governo di centrosinistra, con un ministro di Grazia e Giustizia comunista, e una giunta regionale di centro destra, con un presidente cresciuto dentro Comunione e Liberazione, d'accordo per migliorare il mondo delle carceri. Il dato politico, in questo periodo in cui da più parti si invoca la cosiddetta "tolleranza zero", è importante. 
Ma ancor più importanti sembrano gli effetti pratici del "Protocollo d'intesa", firmato ieri a fine mattina nell'aula del Consiglio regionale lombardo, al Pirellone, e messo a punto dalla commissione presieduta dal magistrato Franco Maisto, ex giudice del tribunale di sorveglianza, ora alla procura generale milanese, sorta di "bibbia" vivente di leggi e regolamenti penitenziari. 
Il ministro Oliviero Diliberto e il presidente regionale Roberto Formigoni lanciano, per la prima volta, il sostegno alle "attività educative di strada", parlano di "case alloggio e residenze collettive" per i detenuti più svantaggiati (stranieri, tossicomani, malati di Aids), di asili nido per le detenute in strutture a "custodia attenuata". Viene prevista - ed è una novità - anche l'"assistenza alle vittime del diritto".
La pratica dirà come questo protocollo saprà funzionare, ma il ministro, visitando ieri nel carcere di San Vittore una sala con quindici computer dove un gruppo di detenuti lavorerà per la Tim (controllo della documentazione su manutenzioni e riparazioni dei telefonini), ribadisce le idee-guida del protocollo: "La società - dice ai detenuti - tende a dimenticarsi di voi, ma voi siete un pezzo di società...". E sulla legge Gozzini ha voluto rassicurare: "Non si torna indietro".
Intanto, a Roma, il ministro ha istituito l'Ugap, l'"ufficio per la garanzia penitenziaria", che ha, tra i suoi compiti, "l'acquisizione dei dati di conoscenza utili per la valutazione di situazioni detentive a rischio e di possibili eventi critici" e che ha al suo vertice Enrico Ragosa, già al fianco di magistrati come Giovanni Falcone e Francesco Di Maggio.