Gip
più veloci ma organico a rischio
da Il Mattino del 23.1.99
ROSARIA CAPACCHIONE
Come far tornare i conti della giustizia e dare respiro alle sezioni
del dibattimento? Semplicemente riducendo il flusso di fascicoli da trattare,
e cioè rallentando l’attività del Gup. Sembra un paradosso
ma è quanto di fatto potrebbe succedere al Tribunale di Santa Maria
Capua Vetere se dovesse essere attuata la riduzione dell’organico dell’ufficio
Gip, nell’aria da qualche settimana. Il terzo piano
del Palazzo di giustizia perderebbe un’unità, i giudici passerebbero
quindi da 5 a 4 con un ritorno all’organico del settembre 1997, quando
fu strappata, e fu una conquista, l’unità aggiuntiva. La prima conseguenza
sarebbe, quindi, la soppressione di una delle udienze preliminari settimanali,
con una contrazione sensibile (e cioè di un quinto) dei fascicoli
per il dibattimento. La ristrutturazione, non ancora attuata ma alla quale
sta studiando il presidente del Tribunale Carlo Alemi, andrebbe a toccare
un ufficio - uno dei pochi d’Italia - che sta sensibilmente intaccando
il carico di arretrati. Se alla fine del 1997 quelli pendenti erano 17.409
(900 in meno di quelli dell’anno precedente), al 31 gennaio 1998 il numero
complessivo dei fascicoli da trattare era pari a 14.855, quanti ce n’erano,
insomma, nel 1995. In un anno, quindi, l’ufficio ha esaurito quasi 9000
pratiche, tenendo conto che la sopravvenienza è di 6000 fascicoli
all’anno che vanno a sommarsi ai circa 3000 esauriti dal carico arretrato.
Ma all’ufficio Gip fanno notare che il carico di lavoro reale non è
dato solo dai fascicoli definiti dalla Procura, e cioè richieste
di rinvio a giudizio e di archiviazione ancora da definire, ma anche dall’attività
che definiscono «interlocutoria», quella cioè tipica
delle indagini preliminari: richieste di misure cautelari personali (una
media di circa 1200 all’anno, rispettata anche nel 1998 quando sono state
1179); di misure cautelari reali; le convalide di fermi o arresti (685
fascicoli); le richieste di revoca o sostituzione delle misure cautelari;
le richieste di intercettazioni telefoniche o ambientali, di proroga delle
indagini, di incidente probatorio. Significativo il numero delle sentenze
emesse dal Gup attraverso il ricorso a riti alternativi o con i proscioglimenti:
678 nel 1998 (erano 541 nel 1997 e 442 nel 1996). Quasi quante quelle del
Tribunale. Le quattro sezioni penali ne hanno emesse, infatti, complessivamente,
804 (742 nel 1997, 447 nel 1996); 18 quelle delle due sezioni di Corte
di Assise (5 nel 1997, quando di sezione ne funzionava ancora una, 6 nel
1996).
Se l’ufficio Gip è riuscito, in un anno e tre mesi, a invertire
la drammatica tendenza della crescita esponenziale degli arretrati (2.069
nel 1990; 2523 nel 1991; 2.702 nel 1992; 5241 nel 1993; 9.915 nel 1994;
14.971 nel 1995; 18.334 nel 1996; 17.409 nel 1997; 14.855 nel 1998) lo
ha fatto in condizioni che restano, al di là degli organici, di
assoluta precarietà. Tanto per citare un esempio, l’ufficio dispone
di un solo fax che divide con la sezione per le misure di prevenzione.
Nelle ore di punta è quasi impossibile, per le cancellerie dei 5
giudici, ricevere in tempo utile comunicazioni urgenti dalle carceri o
dagli uffici della polizia giudiziaria. Ancora inevase, e in attesa di
risposta, le richieste avanzate da anni alla presidenza del Tribunale.
Eppure, fino a pochi mesi fa (e forse ancora oggi) era disponibile il fax
in dotazione alla sezione del Riesame, diventata distrettuale e quindi
in funzione a Napoli. E come se non bastasse, al terzo piano finiscono
per confluire istanze e denunce urgenti destinate ad altri uffici che però,
nel pomeriggio, non funzionano. Se però dovesse veramente essere
modificato l’organico, l’azione da «polmone d’acciaio» esercitata
dai gip negli ultimi mesi potrebbe concludersi, e le cifre dell’emergenza
tornare a lievitare anche al terzo piano.
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