Avvocato
dello Stato: si insedia Sacchetto
da Il Sole 24 ore del 23.6.99
ROMA — Il nuovo avvocato generale dello Stato, Plinio Sacchetto, si
è insediato ieri all’Avvocatura. Padovano, 70 anni, docente di Istituzioni
di diritto pubblico, Sacchetto è entrato all’Avvocatura nel 1956
come procuratore, divenendo avvocato dello Stato quattro anni dopo. Nel
marzo 1978 ha assunto le funzioni di avvocato distrettuale di Venezia e
nel giugno 1991 quelle di vice avvocato generale dello Stato.
«L’Avvocatura dello Stato — ha sottolineato Sacchetto nel suo
intervento — è sempre stata e continua a essere uno strumento preparato,
vigile e operoso, attento a che il comportamento della pubblica amministrazione
corrisponda all’evoluzione dell’ordinamento voluta dal legislatore e alla
linea d’indirizzo indicata dal Governo». Il nuovo avvocato generale
ha ricordato che le ultime disposizioni di legge, «che confermano
all’Avvocatura il compito prestigioso e impegnativo di ultimo filtro interpretativo,
prima della massima istanza giudiziaria, della legge, avvalorano il suo
ruolo e ne ratificano la vocazione a porsi come garante della legalità
nell’azione dello Stato».
«Particolarmente significative mi sembrano, in proposito, due
disposizioni — ha spiegato Sacchetto —. Quella contenuta nel decreto legislativo
sull’organizzazione amministrativa che, nell’assegnare la trattazione delle
controversie di impiego direttamente alle stesse amministrazioni, ha accordato
all’avvocatura quello che tecnicamente possiamo chiamare potere di avocazione
per la gestione delle cause coinvolgenti questioni di massima o di particolare
importanza giuridica o economica. E l’altra, recentissima, contenuta nella
legge 133/99 in materia di perequazione, razionalizzazione e federalismo
fiscale, con la disposizione sulle notificazioni delle sentenze d’appello
dei giudici tributari: disposizione che potrebbe apparire meramente processuale
ma possiede una portata sostanziale perchè conferma il ruolo unitario
e unificante dell’istituto nel momento delle valutazioni preordinate al
giudizio di legittimità davanti alla Corte di Cassazione».
Istituto che, secondo Sacchetto, deve essere «lo strumento di una
verifica e di un approfondimento per cui a volte è sì necessario
il ricorso alle vie giudiziarie ma per raggiungere nel comune interesse
delle parti l’interpretazione delle norme più corrispondente alla
volontà del legislatore».
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