Pentiti, Del Turco nella bufera 

da La Repubblica del 23.6.99

di LIANA MILELLA 
ROMA - È appesa a un filo la poltrona di presidente dell'Antimafia di Ottaviano Del Turco. Di fatto sconfessato, e con parole dure, dall'intera maggioranza, a cui si è unita anche la Lega, a difenderlo è rimasta solo l'opposizione che ha condiviso le sue critiche contro il pentito Salvatore Cancemi. Il collaboratore, una settimana fa a Caltanissetta, aveva parlato di un possibile ruolo di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri nelle stragi di mafia. Del Turco lo ha ritenuto scandaloso e, ancora ieri a palazzo San Macuto, ha posto l'interrogativo: "Si può, a quattro giorni dalla chiusura di un'importante campagna elettorale, e tra il primo e il secondo turno del ballottaggio, consentire che i media trasmettano una testimonianza così? E ciò senza che, in sede istituzionale, si levi un richiamo severo alle regole del gioco". 
Del Turco, fresco di rielezione all'Antimafia (il 27 aprile), aveva addirittura chiesto l'intervento del presidente della Repubblica, in quanto capo del Csm, contro i magistrati "rei" di non vigilare sui pentiti. Ma tutto questo non è piaciuto alla maggioranza, Ds in testa. Tecnicamente è impossibile sfiduciare un presidente dell'Antimafia, che può restare al suo posto. Ma il documento sottoscritto, alle 9 in punto, dai partiti del governo e le dichiarazioni snocciolate durante l'intera giornata suonano molto peggio di una condanna inappellabile. Il capogruppo dei Ds, Fabio Mussi, ha fatto perfino dell'ironia su un Del Turco che avrebbe scoperto la "quartietà" dell'Antimafia, una sorta di "quarto giudice che interviene sui processi in corso". E il senatore Alessandro Pardini, dopo aver dato al presidente del "fazioso", lo ha invitato a lasciare la poltrona. Più politico il responsabile giustizia dei ds, Carlo Leoni, che ha ragionato così: "Del Turco si è scagliato contro i giudici e non certo contro i pentiti. Il centrosinistra lo critica, il Polo lo difende. Valuti lui la situazione". 
Ma Del Turco è andato diritto per la sua strada, rinviando il dibattito fra sette giorni. E in attesa della replica ufficiale, ha risposto così: "Da parte mia non esiste alcun ripensamento e di dimissioni non se ne parla nemmeno. D'altra parte nessuno me le ha chieste. Questo palazzo ha già visto un'abiura, quella di Galileo, non ne vedrà un'altra". E per chi non l'avesse capito ha spiegato ancora: "Non si può consentire a un collaboratore di fare il sociologo in un' aula nel corso di un dibattimento". A fine serata, il diessino Leoni ha chiuso la querelle: "Del Turco sbaglia a dire che andrà avanti sulle sue tesi senza modificarle di una virgola soprattutto quando a criticarlo è tutta la maggioranza". 
La situazione, inutile dirlo, è imbarazzante. Di Del Turco un berlusconiano di ferro come Enrico La Loggia dice: "La sua posizione è giusta e corretta". E Alfredo Mantovano, la toga parlamentare di An, aggiunge: "Del Turco non deve lasciare l'Antimafia". Simili le dichiarazioni del Ccd. Che fare a questo punto? Perché, sul fronte del governo, Del Turco è in difficoltà. Il documento chiede un "chiarimento di fondo" e critica non solo l'interferenza nei processi, ma anche la scelta di affrontare la questione pentiti solo a partire dalle dichiarzioni di Cancemi su Berlusconi. Di più: Del Turco non avrebbe "alcuna investitura" per rivolgersi direttamente al capo dello Stato. 
Ma perché il presidente ha fatto tutto questo? Le letture sono differenti. C'è chi, come il vicepresidente Niki Vendola di Rifondazione, la vede così: "È un' operazione tutta politica. Basta leggere l'intervista di Claudio Martelli del 12 giugno sul Giornale con l'invito ai socialisti perché considerino Fi l'alleato naturale. Quello di Del Turco è il primo segnale". Ma ci sono anche altre ipotesi. Come questa: Del Turco avrebbe dato voce alla profonda insofferenza di tutti, Ds compresi, contro i pentiti. Lo avrebbe fatto sicuro della copertura e, soprattutto, per riaprire il dialogo sulle riforme con Berlusconi. Ma i Ds, oggi, negano la paternità di quest'iniziativa e concludono: "Quando abbiamo confermato Del Turco molti di noi erano perplessi. Dopo questa performance la sua posizione è debolissima". Proprio ieri intanto, nemmeno a farlo apposta, la commissione di protezione dei pentiti doveva discutere del rinnovo del contratto a Cancemi: ha detto di sì senza problemi.