I
rappresentanti della Consulta del Cnel chiedono a Bassanini un sistema
misto Ordini-Associazioni
da Il Sole 24 ore del 23.3.99
ROMA — Quella delle professioni è una riforma «fondamentale»
per lo «sviluppo del sistema italiano» e per «avere nuova
occupazione». Così l’ha definita il sottosegretario alla presidenza
del Consiglio, Franco Bassanini, che ieri a Palazzo Chigi ha incontrato,
assieme al consigliere economico della presidenza del Consiglio, Nicola
Rossi, i rappresentanti delle associazioni professionali. Una riforma «fondamentale»,
che dovrà essere concertata con i diretti interessati, nessuno escluso,
ma dai tempi e dalle modalità incerti.
Se da una parte il Governo ha infatti annunciato nuovi incontri con
le categorie, attraverso un tavolo tecnico — al fine di emendare il disegno
di legge 5092 o di mettere a punto un nuovo testo — dall’altra né
Bassanini né Rossi hanno fissato un calendario degli appuntamenti.
L’incontro, e in particolare l’assenza del presidente del Consiglio
Massimo D’Alema — impegnato a fronteggiare l’emergenza Kosovo — ha scatenato
la reazione sdegnata delle associazioni sindacali delle categorie dotate
di Albi. L’Associazione dei dottori commercialisti (Adc) ha annunciato
«guerra aperta» al Governo, colpevole di «prendere in
giro» le professioni: «Sulla riforma — si legge in un comunicato
— è già tutto deciso». Per il sindacato dei commercialisti
l’assenza di D’Alema sarebbe «il segno più eloquente che ormai
è già tutto predisposto sulla base di un progetto evidentemente
elaborato dal Cnel che, a differenza della base delle professioni, è
stato invitato al tavolo della concertazione».
Dello stesso tenore il giudizio del Sindacato nazionale dei ragionieri,
secondo cui l’incontro è stato monopolizzato da Fita, la Federazione
del terziario avanzato. Nel mirino: lo scarso spazio attribuito alle associazioni
sindacali delle categorie organizzate in Albi e il presunto asse Cnel-Fita-Governo.
Peraltro, i vertici di Ordini e Collegi sono stati ricevuti la settimana
scorsa: da questa rappresentanza istituzionale hanno comunque voluto rimarcare
la differenza le associazioni sindacali. Gaetano Stella, presidente della
Consilp (la confederazione sindacale) ha ribadito il no alla legge delega
e l’opposizione all’ingresso di capitale nelle società professionai,
salvo alcune eccezioni preventivamente concordate.
Le associazioni della Consulta del Cnel (102 organizzazioni) sono invece
arrivate all’incontro con una piattaforma comune, al di là delle
esigenze diverse che caratterizzano il mondo delle professioni non regolamentate.
Secondo la Consulta Cnel, la riforma deve dar vita a un sistema duale,
caratterizzato dall’esistenza degli Ordini — per funzioni e attività
da proteggere poiché a esse corrisponde un interesse primario assolutamente
rilevante — e delle associazioni per competenze e funzioni che vanno esercitate
in aperta concorrenza e dove la tutela dell’utente viene raggiunta attraverso
sistemi di certificazione di qualità. Lo ha ribadito, tra gli altri,
Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto nazionale dei tributaristi:
«Occorre equità — ha detto Alemanno — ma soprattutto coraggio
nel riscrivere un sistema ormai superato dal cambiamento sia della domanda
che dell’offerta dei servizi professionali». Per questo, secondo
Claudio Antonelli, presidente dell’Associazione dei consulenti di direzione
(Apco), bisogna fare presto: «Le grandi imprese — ha spiegato — acquistano
consulenza a prescindere dall’esistenza degli Ordini, spesso rivolgendosi
a società straniere».
A garanzia dell’utente le associazioni del Cnel — accanto alla certificazione
di qualità — hanno proposto controlli deontologici. Inoltre, hanno
chiesto la fine delle tariffe e l’apertura alle società, anche interprofessionali,
tra professionisti comunque regolamentati. Per l’Ancit, una delle sigle
dei consulenti tributari, tutelare il cittadino cliente non passa attraverso
l’attribuzione di nuove esclusive.
Non sono mancate le proposte di categoria. Per i tributaristi Ancot
è urgente il coordinamento tra le associazioni professionali non
regolamentate, così come occorre derubricare il reato di esercizio
abusivo della professione. Per Enrico Pinci, presidente dei tributaristi
Lapet, bisogna abolire «l’esame di Stato sostituendolo con i titoli
di studio, abilitanti e non accademici, rilasciati dalle università
riconosciute dagli Stati europei». E non è mancato chi ha
sollecitato l’istituzione di nuovi Albi per le professioni sanitarie.
Maria Carla De Cesari
Marco Peruzzi
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