Il pool risponde sì all'appello di Albertini 

da La Repubblica del 23.3.99

di LUCA FAZZO 
MILANO - "Parliamoci, troviamo insieme un modo per combattere la corruzione" manda a dire da Barcellona il sindaco Gabriele Albertini ai magistrati di Mani Pulite. Ed a stretto giro di interviste ecco le risposte dei due massimi rappresentanti della pubblica accusa a Milano: "È una proposta che dimostra la grande onestà intellettuale e lealtà istituzionale del sindaco Albertini", dice il procuratore generale Francesco Saverio Borrelli; "forse siamo a una svolta, il clima dei rapporti tra il mondo della politica e quello della giustizia si sta finalmente svelenendo", dice il procuratore reggente Gerardo D'Ambrosio.
I vertici di Palazzo Marino e Palazzo di giustizia tornano così a dialogare dopo lunghi anni di rapporti tempestosi, mettendo fine a una incomunicabilità che datava a ben prima dell'uragano di Mani pulite: un gelo che risaliva almeno alla metà del 1990, quando Ilda Boccassini mandò i carabinieri all'assessorato all' Urbanistica cercando le tracce dei contatti tra la giunta di Paolo Pillitteri e i clan legati a Cosa Nostra.
I primi contatti tra Gabriele Albertini e la Procura risalgono ai mesi scorsi. In luglio, al ricevimento del consolato Usa per la festa dell'Indipendenza, il sindaco incontra Gherardo Colombo, i due parlano a lungo partendo da un'esperienza personale del magistrato - un'odissea burocratica per ottenere l'abitabilità di un sottotetto - e scoprendo di avere su diverse questioni un linguaggio comune. Poi a incontrare Albertini è Piercamillo Davigo, nella sua veste di dirigente dell'Associazione nazionale magistrati cui il sindaco si rivolge per capire come rendere più trasparente la macchina burocratica del Comune. Ma per capire l'accoglienza quasi entusiasta che riceve ieri dalla Procura l'esplicita avance di Albertini bisogna tenere conto anche di altri segnali venuti ultimamente da Palazzo Marino: come le reazioni assai pacate del sindaco alle iniziative dei pm, i ripetuti attestati di "fiducia nell'operato della magistratura" da parte di Albertini anche davanti all'arresto per corruzione del consigliere di Forza Italia Giovanni Terzi o l' avviso di garanzia, sempre per corruzione, al presidente del Consiglio comunale, Massimo De Carolis. Iniziative che sono costate ad Albertini più di un mugugno nella maggioranza che lo sostiene, ma che hanno convinto la Procura della possibilità di un dialogo.
Sia Borrelli che D'Ambrosio fanno presente che la differenza di ruolo deve restare chiara: "Non si può parlare di collaborazione in senso stretto - dice il procuratore generale - non si può pensare a un comitato istituzionalizzato". "Sia chiaro - aggiunge D'Ambrosio - che noi possiamo solo segnalare dei mali: siamo degli anatomo-patologi, non dei medici curanti...". Ma l'apertura di credito è senza incertezze: "Albertini - commenta Borrelli - rifiuta ogni presa di posizione preconcetta e attesta rispetto per l'opera della magistratura. Questo mi permette di confermare l'opinione che ho sempre avuto del sindaco: una persona animata dalle più nobili intenzioni verso la collettività che lo ha eletto e verso le istituzioni in generale, e schierata con molta determinazione per riaffermare la legalità in ogni settore della vita cittadina". "Se la politica si riappropria dei suoi strumenti - dice D' Ambrosio - è un bene per tutti. E che questo avvenga per iniziativa di un sindaco del Polo per noi è indifferente, non abbiamo mai fatto questioni di schieramento". Proprio su questo punto c'è però da registrare il commento che al dialogo Albertini-pool viene da Mario Valducci, responsabile Forza Italia per gli enti locali: "Sgombriamo il campo da equivoci: nessuno all'interno di Forza Italia ha, o forse è meglio dire aveva, posizioni preconcette nei confronti della magistratura. Anzi semmai è l'esatto contrario".