Il Csm: rischio esodo tra le toghe
per le voci sulle pensioni
da Il Messaggero del 23.9.99
ROMA — Il Csm lancia l'allarme: le voci su un eventuale intervento sulle
pensioni rischiano di provocare «un vero e proprio esodo dei magistrati».
Esodo che ricadrebbe sull'organizzazione giudiziaria e sull'amministrazione
della giustizia. Su iniziativa dei consiglieri togati di Magistratura indipendente,
il plenum di Palazzo dei Marescialli ha approvato a larga maggioranza un
documento da inviare al ministro della Giustizia Oliviero Diliberto. Ventidue
i voti a favore: quelli di tutti i togati, dei laici del Polo e del laico
Salvatore Mazzamuto (Ri); 5 invece le astensioni: gli altri 4 consiglieri
laici del centro-sinistra (Di Cagno, Tossi Brutti, Pastore Alinante, Resta)
e quella consueta del vice presidente Giovanni Verde. Il documento prevede
anche l'apertura di «una pratica sul tema del trattamento pensionistico
dei magistrati nei suoi riflessi sulle garanzie di autonomia e indipendenza».
Le notizie su un provvedimento «destinato a fissare un tetto
massimo alle pensioni dei magistrati», si legge nel documento, hanno
determinato «grave sconcerto» tra le toghe, «inducendo
molti a presentare e/o preannunciare domanda di pensionamento anticipato»
per «non incorrere nei preannunziati interventi di riduzione».
«Il Csm - chiariscono i consiglieri di Palazzo dei Marescialli -
ha presente che un equo trattamento pensionistico è parte integrante
delle garanzie costituzionali di autonomia e di indipendenza dei magistrati».
Ma proprio mentre si avvia la riforma del giudice unico, «il consiglio
- viene sottolineato - sente innanzitutto il bisogno di evidenziare che
si profila la possibilità di un vero e proprio esodo dei magistrati,
che non solo priverebbe la giurisdizione di coloro che vantano maggiore
esperienza, ma determinerebbe un impoverimento delle nuove strutture giudiziarie
appena varate». E ciò, avverte il Csm, è «tanto
più grave» se si considera che «non si prospetta allo
stato» un nuovo concorso per reclutare magistrati ordinari.
Un documento dal quale hanno preso le distanze quattro dei cinque consiglieri
laici di centrosinistra. «Troviamo del tutto inopportuno - hanno
evidenziato Di Cagno, Tossi Bbrutti e Pastore Alinante - che il Csm adotti
una deliberazione sulla base di mere “voci" in ordine a un presunto intervento
governativo sulle pensioni dei magistrati, trattandosi, peraltro, di problema
di competenza strettamente associativa».
A fornire i numeri della situazione attuale è stato lo stesso
vicepresidente del Csm. «Sono una ventina - ha detto Verde - le richieste
di dimissioni pervenute in questi giorni al Consiglio. Dobbiamo aspettare
per verificare se il ritmo è in aumento». Più allarmante
il quadro fornito dal togato Santi Consolo (Mi): «Abbiamo avuto notizie
dirette dai capi degli uffici che numerosissimi magistrati hanno già
presentato le dimissioni. Se i colleghi confermeranno le dimissioni, le
Corti d'Appello - ha avvertito - si troveranno in ginocchio».
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