Diliberto: puntiamo alla certezza
dell'esecuzione della pena
da Il Corriere della sera del 23.9.99
ROMA - Un vertice lungo un pomeriggio, e alla fine una sola parola d'ordine:
la maggioranza è compatta. Il «pacchetto» presentato
dal governo in materia di lotta alla criminalità ha ottenuto un
prevedibile via libera dai partiti che sostengono D'Alema. Senza stravolgimenti
sostanziali, ma anzi con l'approfondimento di alcuni aspetti non secondari.
Soprattutto quelli giuridici: «Sono modifiche che vanno nella direzione
della certezza dell'esecuzione della pena», spiega all'uscita il
ministro della Giustizia Oliviero Diliberto. «Riteniamo che si debbano
introdurre delle norme affinché la pena venga concretamente espiata».
Tra queste, suggerisce nuovamente il guardasigilli, il «restringimento»
dei ricorsi in Cassazione, «riportandoli a quello che sono nella
Costituzione, all'esame dei vizi di legittimità».
Una proposta concreta in questa direzione è stata portata al
vertice da Anna Finocchiaro, presidente della commissione Giustizia ed
ex magistrato: fare in modo che, per particolari reati di grave pericolosità
sociale, se la sentenza di appello è «fotocopia» di
quella di primo grado, l'esecutività della pena sia anticipata,
in attesa della sentenza della Cassazione. Un'ipotesi che il governo si
sarebbe impegnato ad approfondire e appoggiare. «Piccoli ritocchi»,
ha deciso praticamente all'unanimità il vertice, verranno comunque
fatti anche alla legge Gozzini, che regola il meccanismo dei benefici per
i detenuti, e alla legge Simeone, che di fatto ha ampliato i benefici della
Gozzini.
Che sia ora di intervenire con fermezza e in fretta lo dicono comunque
anche i numeri: nei primi quattro mesi del '99, secondo i dati forniti
dalla Criminalpol, sono aumentati in maniera considerevole scippi, furti
ed estorsioni. Mentre sono diminuiti gli omicidi volontari e le rapine
violente. Le estorsioni sono aumentate del 15,40 per cento, i furti del
5,06 per cento, gli scippi del 6,85 per cento. Gli omicidi invece sono
diminuiti del 6,93 per cento, le rapine violente del 17,13. È insomma
in aumento proprio quella che Massimo D'Alema preferisce definire «criminalità
diffusa», piuttosto che «microcriminalità».
Ieri il presidente del Consiglio ha anche specificato meglio l'impegno
economico nell'azione di contrasto. Spiegando che ai 500 miliardi destinati
alle forze di polizia, se ne devono aggiungere altri 500 - previsti appunto
dalla Finanziaria - destinati invece al comparto giustizia. Uno stanziamento
che l'Associazione dei funzionari di polizia definisce un «artificio
contabile», sostenendo che sarà ottenuto «tagliando
del 15 per cento le ore di lavoro straordinario di poliziotti, carabinieri
e finanzieri, e prevedendo a breve un ulteriore taglio del 3%».
Niente leggi speciali, comunque, hanno sottolineato quasi tutti i partecipanti
al vertice. «L'intenzione - dice ad esempio il capogruppo dei Ds
alla Camera Fabio Mussi - è di impugnare saldamente la questione
della sicurezza e di dare una risposta forte in termini di prevenzione,
repressione ed esecutività ed effettività della pena. Vanno
applicate le leggi che ci sono, c'è da riorganizzare le forze di
polizia, ma serve anche qualche legge nuova, come ad esempio una correzione
della Simeone».
E dal mondo reale, il mondo di quelli che stanno in prima linea, arrivano
segnali positivi, ma con un filo di perplessità. Enzo Bianco, primo
cittadino di Catania, chiede più potere per i sindaci: «Sono
due anni che i sindaci delle maggiori città italiane, di ogni colore
politico, dicono che c'è un problema sicurezza. E questo non vuol
dire che cresce il numero dei reati, semmai si stanno spostando geograficamente:
a Catania, dieci anni fa, quando ero sindaco per la prima volta c'erano
120 omicidi all'anno, nei primi sei mesi di quest'anno solo quattro. Noi
chiediamo risposte serie: la risposta di sicurezza non può essere
uguale in tutta Italia. Ma questo non vuol dire che i sindaci debbano fare
gli sceriffi, perché ci vuole gente che lo faccia di professione.
Comunque, la risposta alla sicurezza di Brescia non può essere costruita
che nella cognizione di ciò che sono le condizioni locali a Brescia».
Sulla stessa linea il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: «Il Sud
è in controtendenza sul problema criminalità: in Sicilia
ad esempio c'è stato un netto calo dei delitti». Conclude
Simeone Di Canio Abbrescia, primo cittadino di Bari: «Nonostante
il problema dei contrabbandieri, rispetto al passato in Puglia abbiamo
un maggiore controllo del territorio».
Giuliano Gallo
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