Grido
d’allarme del primo presidente: «Troppi ricorsi, occorrono dei filtri»
da Il Messaggero del 24.4.99
di MARIO COFFARO
ROMA - L’assemblea generale dei giudici della Suprema Corte riunita
per la prima volta dal presidente Ferdinando Zucconi Galli Fonseca chiede
al Parlamento nuove regole per limitare i casi in cui si può ricorrere
in Cassazione, basate su un «sistema di filtri». Ma respinge
la proposta di rendere esecutiva la doppia condanna conforme in appello,
ideata dal ministro della Giustizia Diliberto sia pure con modalità
non così semplificative. L’assemblea si è riunita ieri mattina
in modo solenne con la presenza delle massime cariche dello Stato. C’erano
Scalfaro, Mancino, Violante, il ministro Guardasigilli Diliberto, il procuratore
generale La Torre, il vicepresidente del Csm Verde, il presidente del sindacato
Martone, il presidente del Consiglio nazionale forense e oltre la metà
dei quattrocento giudici della Suprema Corte. Nonchè un folto pubblico
tra cui l’ex ministro Flick.
Ieri pomeriggio, dopo quattro relazioni e una giornata intensa di interventi,
l’assemblea ha raccolto e rilanciato il grido d’allarme del primo presidente
Zucconi Galli Fonseca che a giugno va in pensione. La Suprema Corte invita
il Parlamento a integrare la modifica dell'articolo 111 della Costituzione,
attualmente alla Camera per inserire il giusto processo e la parità
tra accusa e difesa in Costituzione. Il documento approvato all'unanimità
dai 159 consiglieri di Cassazione presenti, suggerisce di «prevedere
la possibilità per il legislatore ordinario di fissare limiti alla
proponibilità del ricorso». Ferma restando la necessità
di «salvaguardare il ricorso per violazione di legge in via generale
e sempre contro i provvedimenti sulla libertà personale pronunciati
dagli ordini giurisdizionali».
In concreto la Cassazione dice al Parlamento: occorre introdurre un
«sistema di filtri» che permetta di impegnare la Corte in pubblica
udienza e nel contraddittorio delle parti «soltanto» sui ricorsi
che «pongano questioni di diritto o di particolare rilevanza».
Che bisogno c’è, in altre parole, di impegnare la Cassazione in
cause in cui sia in gioco un basso valore economico (ad esempio quelle
per le multe non superiori a 500 mila lire)? Per tutti gli altri casi,
compresi quelli in cui si denunciano vizi di motivazione, si sollecita
un «procedimento semplificato con collegio ridotto e/o in camera
di consiglio».
Inoltre la Cassazione chiede che siano riformate «in senso restrittivo»
le leggi che attribuiscono alla Corte «compiti estranei alla sua
funzione». Come quelli in materia elettorale e referendaria. Sempre
in senso «riduttivo» andrebbero selezionati i provvedimenti
penali impugnabili con ricorso per Cassazione. Una selezione che dovrebbe
avvenire all'interno di «una più generale riforma del sistema
delle impugnazioni e del meccanismo della prescrizione dei reati».
In attesa delle riforme di legge che chissà quando il Parlamento
si deciderà a fare, tuttavia, la Cassazione vota «misure organizzative»
per «evitare contrasti inconsapevoli», ma anche per «prevenire
o comporre contrasti nelle singole sezioni». Approva il richiamo
di Zucconi a scrivere «motivazioni concise delle sentenze»,
anche per fare in modo che le pronunce appaiano più chiare e si
prestino a minori interpretazioni. E per questo, è stato previsto
anche il «rafforzamento dell'ufficio stampa».
Per evitare poi che certe sentenze, forse come quelle recenti sullo
'stupro in jeans', la violenza sessuale su donne incinte, e le decisioni
su minori e pornografia, finiscano per suscitare troppe polemiche l’assemblea
della Cassazione pensa anche ad una «valorizzazione delle specializzazioni
per materie, nella formazione dei ruoli delle udienze e nell'assegnazione
dei ricorsi ai magistrati».
Il presidente Zucconi Galli Fonseca nella sua relazione aveva paventato
la paralisi progressiva della Suprema Corte per l’eccesso di ricorsi e
nonostante il grandissimo lavoro dei giudici e del personale. «Finora
la Cassazione ha retto, ma ora - ha avvertito - si è giunti ad una
soglia critica nel settore civile e penale: l'ammissione generalizzata
del ricorso per Cassazione e il flusso incessante di una legislazione ambigua
e mai consolidata fanno ricadere sulla Corte un numero illimitato di ricorsi
incompatibile con la struttura e con la funzione di legittimità
di una Suprema Corte».
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