La
Cassa forense pronta a gestire i fondi integrativi
da Il Sole 24 ore del 24.4.99
MILANO — Previdenza integrativa ed estensione dei servizi agli iscritti
sono tra le priorità del rinnovato direttivo della Cassa avvocati.
Dopo la riconferma al vertice dell’ente (si veda «Il Sole-24 Ore»
del 20 aprile) è lo stesso presidente Maurizio de Tilla a tracciare
le linee di crescita per il prossimo quadriennio: «È necessario
— spiega de Tilla — consolidare gli ottimi risultati di gestione, assicurando
efficienza ed efficacia e incrementando ulteriormente la trasparenza».
I conti segnalano una Cassa in salute (vengono previste circa nove annualità
di garanzia, in luogo delle cinque richieste dalla legge), con oltre 78mila
iscritti e 18mila pensionati. Con prestazioni che vanno da 1 milione e
300mila lire mensili fino ai 7 milioni (per una media oltre i 3 milioni)
e i brillanti risultati dell’operazione condono: «Che ha portato
— prosegue de Tilla — a un notevole aumento di iscrizioni e a una riduzione
dell’evasione contributiva, ora ridotta al 2 per cento».
Intanto ci si prepara alla previdenza integrativa: «Un’indagine
Censis condotta negli anni scorsi segnalava più del 90% di avvocati
favorevoli a una prestazione integrativa. Anche se si avverte il bisogno
di ulteriori agevolazioni fiscali, ci stiamo comunque preparando. Ma le
iniziative potrebbero estendersi a una copertura sanitaria integrativa,
magari con una formula comune a tutte le Casse privatizzate riunite dall’Adepp,
per garantire così risparmi consistenti agli enti e, soprattutto,
agli iscritti».
Al Senato è cominciata la discussione sulle possibili modifiche
all’ordinamento, tra cui «l’aumento degli anni di riferimento per
determinare l’importo della pensione e la possibilità di erogare
prestazioni ridotte in luogo della restituzione dei contributi prevista
attualmente». L’aumento degli anni di riferimento per l’importo da
erogare, precisa de Tilla, terrebbe anche conto della reale capacità
di guadagno degli iscritti. «La prestazione viene determinata in
base ai migliori dieci anni sugli ultimi quindici — spiega — ma i dati
ci dicono che più del 40% dei nostri iscritti denuncia di più
già negli ultimi venti anni di contribuzione, spesso con riduzioni
negli ultimi dieci».
Sullo sfondo, naturalmente, resta anche per la Cassa avvocati il dibattito
sulle prospettive degli Ordini e delle professioni. «Allontanata
la minaccia della riscossione unificata — conclude de Tilla — va comunque
difesa e ampliata l’autonomia delle Casse previdenziali. Le stesse società
tra professionisti non potranno, a nostro avviso, prevedere soci non iscritti
agli Albi, se non si vogliono sottrarre risorse alla previdenza privatizzata.
Ed è tempo anche di pensare a un progetto previdenziale europeo:
a Bruxelles, nel prossimo luglio, tutti i presidenti delle Casse europee
cominceranno a tracciare questo progetto».
M.Mea.
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