“No alle scarcerazioni facili” 

da La Stampa del 24.1.99

FOGGIA. “Credo che in fondo esista un problema di smarrimento dei valori dell’uomo. Una persona non è mai una cosa da aggredire. Penso a don Renzo Beretta o penso proprio al direttore della Caritas della mia diocesi, che ieri è stato affrontato con la pistola e ed è stato poi rapinato del portafogli”. Lo ha detto il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Riboldi, nel corso di un incontro sulla criminalità svoltosi a Foggia.
“La giustizia - ha aggiunto monsignor Riboldi, parlando di fronte a un folto pubblico - non sempre è attendibile perché si arresta, e si lascia andare, e il cittadino si chiude nel suo egoismo. C’è una certa scarcerazione facile. Per cui uno sa che in fondo è un reato che può toccarlo fino ad un certo punto. Quindi uno si trova sbalordito, non difeso. Si chiude in se stesso o si fa giustizia da sé e questo significa - ha concluso il vescovo di Acerra - uno sfaldamento della società. L’unico rimedio è quello di creare una coscienza che sia un rispetto dell’altro”. 
Sulle “scarcerazioni facili” si è soffermato anche l’arcivescovo di Foggia-Bovino, monsignor Giuseppe Casale, il quale ha rilevato che “il garantismo, che ha la sua giusta esigenza, molte volte viene interpretato in una forma di lassismo”. “E’ necessario - ha proseguito l’arcivescovo di Foggia-Bovino - che i magistrati applichino bene la legge cercando però il rispetto delle persone, sapendo distinguere la persona che si è trovata occasionalmente in una circostanza da quelle che invece come professione fanno proprio l’oltraggio alla legge e alla libertà degli altri”. [Ansa]