Linea dura della Quercia “In carcere dopo l’appello” 

da La Repubblica del 24.1.99

MILANO - La prossima settimana i Democratici di Sinistra presenteranno la proposta di legge sulla “effettualità” della pena dopo il secondo grado di giudizio. Lo ha annunciato il capogruppo dei deputati della Quercia Fabio Mussi, all’assemblea dei delegati di Milano. La proposta prevede
che, come accade in altri paesi, una persona condannata in secondo grado a pene detentive superiori a 8 anni, vada subito in carcere dopo il giudizio di Appello, senza che si debba attendere il 
potrebbe essere utile - ha detto Mussi - per rendere la legge più rapida ed efficiente”. Secondo Mussi, se anche le forze del Polo saranno d’accordo “si potrà andare avanti rapidamente” per approvare la legge. Con il centrodestra, e soprattutto con Berlusconi, però Mussi ha polemizzato a proposito della recente manifestazione milanese contro la criminalità: “Non posso tollerare che senza indignarsi, né ridere, si possa vedere una persona che per anni ha delegittimato i magistrati, lamentato l’esistenza, a suo dire di uno stato di polizia, guidare un corteo a “tolleranza zero”.  La stessa persona che ha fatto di tutto per far abrogare il 41 bis”. 
Anche il ministro Diliberto, che è favorevole al carcere dopo la sentenza di secondo grado, ha polemizzato con il Polo. Per il Guardasigilli, che ha parlato a Torino, “la manifestazione di Milano è stata all’insegna della “tolleranza zero” contro una microcriminalità che sarebbe colpa della sinistra. Ma a promuoverla sono state le stesse persone che il 6 agosto del 1994, con il governo Berlusconi, fecero uscire, da un giorno all’altro, dal carcere 2.764 autori di episodi di microcriminalità, pur di far uscire 140 imputati di corruzione e concussione”.
La settimana prossima, in Senato, comincerà la discussione sulle garanzie del processo, “tema importantissimo che non possiamo lasciare alla destra, e cercheremo un rapporto costruttivo con tutte le forze politiche che sono in  Parlamento”. Ma a partire da un dato di fatto, avverte Diliberto: “Il sistema delle garanzie non può essere proporzionale al reddito dell’ imputato, il 740 non può
essere un elemento di giudizio nel sistema delle garanzie”.
E tuttavia ci sono contrasti anche all’interno della sinistra.  Secondo Graziella Mascia, della segreteria di Rifondazione, bisogna dire di no a qualsiasi legge di emergenza su giustizia e criminalità: “Ordine pubblico e sicurezza possono esser assicurati con gli strumenti e le leggi esistenti”. La Mascia non condivide l’allarmismo, “si è costruito un clima ad hoc e si cavalca un disagio vero, a cui si danno però risposte sbagliate più d’immagine che di sostanza, mentre si dimenticano strumenti e leggi esistenti”.
Attenzione dunque alle richieste di maggior ordine. “Ripeto, io non condivido tanto allarmismo - conclude l’esponente di Rifondazione -. Chiediamo in alternativa interventi mirati sul piano sociale: più lavoro ed occupazione, più iniziative di prevenzione”.