Enna,
il procuratore contrattacca ‘Contro di me solo calunnie’
da Il Giornale di Sicilia del 24.1.99
ENNA. (piri) Il procuratore della Repubblica di Enna Silvio Raffiotta
non ci sta e si difende dalle accuse che lo vedrebbero vicino ai trafficanti
di reperti archeologici. La città è ancora sotto choc così
come gli ambienti giudiziarii siciliani dove il magistrato è molto
noto per le sue numerose inchieste proprio sui traffici legati al patrimonio
archeologico. Raffiotta è accusato da un collaborante di giustizia
di avere stimato reperti illeciti provenienti da Morgantina. Un vicenda
che esplode a pochi giorni
dalla udienza, fissata per lunedì prossimo, del tribunale della
Libertà di Catania che dovrà decidere se revocare o confermare
l’ordinanza cautelare in carcere per Vincenzo Cammarata, considerato il
personaggio di spicco nell’ennese del traffico di reperti internazionali.
E così viene ora tirata in ballo anche la profonda amicizia, tra
Cammarata ed il procuratore. Ma Raffiotta, studioso ed esperto di Morgantina
al quale ha dedicato anche saggi, è conosciuto in tutto il mondo
per il suo impegno contro la “mafia archeologica”. “Collaboriamo da tempo
con la procura ennese per stroncare il traffico di reperti che da questa
provincia giunge in Svizzera e poi in America”, aveva dichiarato qualche
tempo fa il colonnello della guardia di Finanza, Gaetano Gaeta in visita
ad Enna . “Quando un magistrato arriva a bloccare una diga per difendere
un sito archeologico, il minimo che gli possa capitare in Sicilia è
che qualcuno tenti di farlo passare per tombarolo - commenta Raffiotta
-. Sono amareggiato ma nello stesso tempo fiero per quello che mi capita,
perchè vuol dire che ho colpito nel segno e molto in alto”. Poche
parole tra le tante discussioni che, invece, si intrecciano. In procura,
infatti, tra i suoi collaboratori, nessuno è disposto a rilasciare
dichiarazioni ufficiali ma tutti difendono il magistrato. E, tra le pieghe
dei discorsi, riemerge la vicenda della Diga di Pietrarossa di Aidone in
contrada Casalgismondo, dove si è rischiato che i resti di un villaggio
di epoca romana fossero sepolti dall’acqua. Un’ inchiesta firmata da Raffiotta
agli inizi degli anni ‘90 che vede, anche in questo caso, indagati eccellenti.
Tra questi il soprintendente ai Beni Culturali Gianfilippo Villari e l’ex
soprintendente Enza Cilia. E poi la statua di Afrodite, uno degli oggetti
più interessanti del patrimonio archeologico ennese. Venne venduto
al Paul Getty museum di Malibù nel 1988. Il processo con 40 imputati
alla
sbarra si tenne proprio ad Enna e le indagini furono curate dal procuratore
Raffiotta. Sua anche l’iniziativa di avviare le procedure per riavere indietro
dal museo di New York, il Metropolitan, il tesoro d’argento e il piatto
d’oro di Morgantina che, semra ora stiano per esser restituite. Sempre
suo l’interessamento per fermare l’asta dell’Unicum di Morgantina, una
preziosa moneta che ha rischiato di essere battuta ad un’asta a Zurigo
poche settimane fa. Ieri la notizia, infine, che tre importanti reperti
archeologici trafugati al Norditalia stanno per essere restituiti dal Paul
Getty Museum al nostro Paese. Da anni, inoltre, il procuratore è
indicato come esperto, anche a livello giudiziario, di archeologia. La
procura ennese è stata spesso informata o, comunque, contattata
anche nel caso di vicende di traffico di reperti che hanno riguardato altre
provincie. Ma ora lo scacco con l’iscrizione del procuratore nel registo
degli indagati. Una indagine che sembra allargarsi a macchia d’olio. Il
sostituto procuratore Luigi Lombardo di Catania aveva già fatto
riferimento ad “eminentissimi personaggi” sin dalle sue prime dichiarazioni.
“Ho fiducia nella capacità della magistratura catanese di snidare
autori e mandanti di una calunnia di basso profilo” conclude Raffiotta.
Ma da indiscrezioni che filtrano dalla procura etnea pare che l’interrogatorio
del procuratore non sia ancora stato fissato. Passerà quindi tempo
prima che si possa inziare a sciogliere una matassa che sempre più
intricata e che sembra mirare in alto. Pierelisa Rizzo
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