Addio
equo canone,nuovi affitti
da La Stampa del 24.6.98
ROMA. La riforma degli affitti giunge al primo importante traguardo.
Il provvedimento è stato approvato ieri alla Camera dei deputati
dalla commissione Ambiente e Lavori pubblici in sede redigente e domani,
se non ci saranno intoppi, si passerà alle votazioni in aula sui
singoli articoli e, poi, sul testo nel suo complesso. Cioè, senza
altre formalità, l’assemblea potrà dire “sì” o “no”
alle nuove regole, ma non modificarle, dato che la lunga fase degli emendamenti
è stata completamente esaurita in commissione, prima in sede referente
e poi in quella redigente. Subito dopo, la riforma passerà al Senato,
che dovrà licenziarla al massimo entro il 31 ottobre quando scadrà
la proroga degli sfratti per alcune centinaia di migliaia di alloggi in
tutta Italia. “Si tratta - commenta a caldo il ministro dei Lavori pubblici
Paolo Costa - di un accordo storico che realizza, su una materia difficile
e tanto controversa, un equilibrio tra le posizioni assai discordanti della
maggioranza e dell’opposizione. E’ sicuramente il migliore possibile nelle
attuali condizioni”. Soddisfatto anche il relatore Alfredo Zagatti sia
per le soluzioni adottate, sia per il fatto che la discussione in commissione
si sia conclusa nei tempi previsti. “Mi auguro che giovedì - aggiunge
- l’aula possa licenziare la riforma anche al fine di accelerare il percorso
a Palazzo Madama. Ringrazio la maggioranza per il sostegno dato al
provvedimento, ma anche l’opposizione che ha manifestato un attegiamento
costruttivo, anche se ovviamente persistono delle differenze. Spero, comunque,
che l’esame da parte dei senatori non ci porti a dover rivedere tutto a
Montecitorio”.
Molte e significative le novità introdotte nella disciplina
degli affitti per cercare di sanare situazioni di penalizzazione e di palese
ingiustizia, e di dare sia pure gradualmente una spinta in direzione della
liberalizzazione del mercato. E proprio ieri, con l’approvazione di un
emendamento proposto dallo stesso on. Zagatti, si è andati incontro
ad una giustificata aspettativa dei proprietari: nel caso di sfratto per
morosità dell’inquilino, il locatario potrà usufruire di
un credito di imposta per compensare le tasse (Irpef e Irpeg) corrisposte
sul canone di affitto non riscosso nel periodo intercorso tra l’avvio del
procedimento e l’emanazione della relativa sentenza, e potrà farlo
dal momento della decisione dei giudici. Grazie al reperimento di una copertura
di 14 miliardi, è stata ampliata la portata di una norma già
inserita nel testo, che si limitava ad esentare i proprietari dal versamento
dell’imposta sui redditi da locazione non percepiti dal momento della sentenza
di sfratto all’esecutività del rilascio dell’appartamento da parte
dell’inquilino.
Fra le altre disposizioni, rilevanti il completo superamento dell’equo
canone e l’istituzione di un doppio canale di contrattazione: uno libero
e individuale (durata 4 anni più 4, salvo casi di vendita dell’immobile)
e uno collettivo nei Comuni più grandi (3 anni più 2) attraverso
la stipula di “contratti tipo” tra le associazioni di proprietari e quelle
degli inquilini. I proprietari che aderiranno ai “contratti tipo” beneficeranno
di ulteriori sgravi fiscali (30%) sui redditi da locazione e, a partire
dal 2000, anche gli inquilini con redditi al sopra dei 21 milioni annui
potranno godere di detrazioni fiscali sul canone pagato. Per le fasce meno
abbienti, invece, sono previsti contributi pubblici da erogare, con l’entrata
in vigore della nuova legge, attraverso un apposito fondo di sostegno che
avrà una dotazione di 1800 miliardi.
Modifiche pure all’attuale regolamentazione degli sfratti: la competenza
dell’esecutività viene trasferita dalle commissioni prefettizie
ai pretori. E c’è ancora un riferimento non secondario all’Ici,
la tassa comunale sugli immobili: i Comuni potranno aumentare l’aliquota
dell’1 per mille sulle case sfitte se, contemporaneamente, ridurranno al
di sotto del 4 per mille l’aliquota sulle case date in affitto seguendo
i “contratti tipo”.
Gian Carlo Fossi
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