Quella
provocazione alla siciliana
da L'Unione Sarda del 24.4.99
E' inutile che il procuratore generale della Repubblica Francesco Pintus
si arrabatti: la cupola dei magistrati ha deciso di farlo secco e secco
lo farà. Niente di personale contro di lui: solo che non rientra
nei giochi nazionali perché, essendo un uomo libero, è d'ingombro.
E poiché la sua autorevolezza avrebbe fatto saltare l'agognata nomina
di Borrelli a procuratore generale di Milano, hanno pensato bene di tiragli
una serie di tiri mancini risoltisi tutti in gigantesche bolle di sapone
ma comunque utili allo scopo.
La chiave di volta di tutta la vicenda è la procura della Repubblica
di Palermo, amministrata da Caselli che, come è noto, è nel
cuore del più potente uomo di giustizia italiano, Luciano Violante,
regista del Csm e di tutte le nomine delle procure italiane. La procura
palermitana è competente, come si sa, ad indagare sui giudici cagliaritani
i quali sono inabili ad indagare chicchessia.
Si può immaginare con quale serenità d'animo i magistrati
cagliaritani possano operare in procedimenti nei quali in un qualsiasi
modo abbiano a che fare con i giudici palermitani.
Ma c'è di più. Basta un esposto di un qualsiasi cretino
contro un magistrato sardo per portare costui davanti ai giudici siciliani.
Per essere precisi il dottor Pintus è stato accusato di una sequela
di irregolarità da un cretino qualsiasi (del quale bisognerà,
prima o poi, rendere note le generalità) il quale, messo alle strette
davanti al Csm, è stato costretto a smentirsi dicendo d'aver firmato
i verbali «così, senza leggerli». Ma queste accuse false
sono state sufficienti per far dire al Csm che Pintus era sotto procedimento
a Palermo e che pertanto non poteva essere nominato procuratore generale
di Milano.
Una bufala, insomma, una cosa poco seria. Però sufficiente per
consentire al Csm di "truccare" le carte (si fa per dire: mai ci permetteremo
di affermare che i magistrati sono imbroglioni). Sta di fatto, comunque,
che Pintus è stato "bruciato" e al suo posto è stato nominato
Borrelli, che non ne avrebbe avuto alcun titolo.
Pintus, uomo di fine ironia, impotente come tutto il resto d'Italia
davanti all'arroganza di questa magistratura non ha potuto fare altro che
mettere una copertina eloquente al suo discorso inaugurale dell'anno giudiziario.
La cartina indica la Sicilia al centro del Mediterraneo e la Sardegna a
fare da contorno, piccolo quanto inutile satellite.
Ciò che fa male più di ogni altra cosa è la mancanza
di orgoglio della magistratura isolana, la quale ha preferito chinare il
capo e obbedire ciecamente agli ordini siciliani. I giudici sardi sono
gli unici in Italia a non aver competenza per indagare su loro colleghi.
Ed è per questo motivo che sono costretti a obbedire alle indicazioni
che vengano dalla Sicilia. La vicenda del suicidio del giudice Lombardini
è un segnale inequivocabile di come vanno le cose.
Chi vivrà vedrà come andrà a finire. Sempre che
ci sia consentito vivere in questo stato di cose. (a. l.)
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