Professionisti,
Palazzo Chigi ora fa sul serio
da Il Messaggero del 24.3.99
di LUCA CIFONI
ROMA Per ora procede a piccoli passi, dopo un letargo durato a lungo.
Ma la riforma delle professioni potrebbe avere presto un’accelerazione
decisa. Due giorni fa, a distanza di una settimana dall’incontro con gli
Ordini, hanno varcato la porta di Palazzo Chigi i rappresentanti dell’altro
fronte interessato, quello delle professioni che aspirano a costittuirsi
in associazioni o o in strutture a carattere d’impresa. Fita, Ferpi e le
altre sigle hanno esposto le proprie ragioni, trovando una buona attenzione
negli interlocutori governativi (il sottosegretario Franco Bassanini e
il consigliere economico Nicola Rossi).
Che l’aria fosse un po’ cambiata si era già capito sette giorni
fa, dai musi lunghi di alcuni presidenti degli Ordini ascoltati dallo stesso
Massimo D’Alema (che pure si sono detti soddisfatti per l’impostazione
”concertativa”). Avevano colpito soprattutto i riferimenti fatti dal presidente
del Consiglio al ruolo dell’Antitrust, certo non tenera con la ”bozza Mirone”,
l’ipotesi di riforma ormai da mesi parcheggiata in Parlamento, che invece
non dispiace agli Ordini. Quel che è certo è che mentre in
precedenza il lavoro preparatorio veniva fatto al ministero di Grazia e
Giustizia, con interventi ”corsari” del ministro Pierluigi Bersani, ora
la presidenza del Consiglio ha preso in mano con più decisione il
dossier, e pare intenzionato a condurlo in porto senza troppi ritardi.
Le ipotesi sono due: emendamenti sostanziali al disegno di legge esistente,
oppure completa riscrittura. Dipenderà da considerazioni di tattica
parlamentare; in entrambi i casi verrebbe ridimensionato il ruolo degli
Ordini. In quanto tali sopravviverebbero solo quelli di stretto rilievo
costituzionale: sicuramente medici e avvocati, mentre gli altri sono tutti
a rischio. Si creerebbe così spazio per le associazioni professionali,
con certificazione di qualità affidata ai ministeri interessati
(Industria, Giustizia, Sanità). Inoltre resta probabile lo stralcio
della questione società professionali, con ingresso (limitato) di
capitale puro.
Chi gestirà l’operazione? A via Arenula Oliviero Diliberto ha
delegato tutto al sottosegretario Maretta Scoca, e non si occupa direttamente
della questione. Bersani continuerà a spingere per gli aspetti che
lo interessano più da vicino, e comunque a sostenere l’impostazione
riformatrice. A Palazzo Chigi D’Alema si è riservato un ruolo di
mediazione, mentre a Bassanini toccherà prendere di petto le resistenze
degli Ordini. Con loro l’ex ministro della Funzione pubblica ha un piccolo
conto in sospeso, visto che a suo tempo contribuirono a sabotare l’operazione
part time, rifiutando l’ingresso ai dipendenti pubblici. Inoltre non va
dimenticato che la riforma liberalizzatrice portata a casa dall’allora
governo Prodi, quella del commercio, ebbe la strada spianata da una delega
prevista nelle leggi Bassanini. E solo un disguido impedì di inserire
altre due righe per applicare la stessa formula alle professioni.
Se poi il governo riuscirà a dribblare gli ostacoli parlamentari,
e a procedere per la via maestra di un nuovo testo, questo dovrebbe essere
affidato a Giuliano Amato. Il che getterebbe luce sui richiami all’Antitrust,
che tanto preoccupano gli Ordini.
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